Sentieri Svizzeri | Proposte escursionistiche • Sentieri Svizzeri

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Tragedie e trionfi sull’Eiger Nr. 1459
Wengernalp — Kleine Scheidegg • BE

Tragedie e trionfi sull’Eiger

Le condizioni meteo erano davvero sfavorevoli quando nel 1952 un gruppo di soccorritori ligi al proprio dovere accorse all’appello mettendo a repentaglio la propria vita. Un velivolo militare americano era precipitato sul ghiacciaio del Guggi. 50 anni dopo il ghiacciaio ha dato alla luce parti del relitto. Ogni primavera i resti riaffioravano trasportati dalla neve delle valanghe fino al ciglio del sentiero. Oggi non restano più tracce dell’incidente, ma basta rivolgere lo sguardo al ghiacciaio del Guggi per rivivere la tragedia. Le imponenti masse di rocce e ghiaccio dell’Eiger, del Mönch e della Jungfrau danno la sensazione di poterle toccare, tanto sembrano vicine quando si scende dal treno a Wengernalp. Attraverso pascoli fioriti l’itinerario si snoda dapprima in piano fino a un boschetto dove attraversa il torrente Nesselbach. Passando sotto il tracciato dello skilift si prosegue salendo verso est all’Haaregg. È consigliabile fare una sosta per godersi la splendida vista, perché ora l’itinerario diventa piuttosto ripido. Ci si può ben immaginare la fatica dei partecipanti alla maratona della Jungfrau, che a settembre si inerpicano lungo la morena glaciale fino al traguardo a 2100 metri sul livello del mare. Dopo una buona ora e mezza si raggiunge la stazione Eigergletscher, il punto più alto dell’escursione. Durante i 40 minuti di discesa alla Kleine Scheidegg delle steli informative in legno spiegano l’emozionante storia della parete nord dell’Eiger, scalata per la prima volta con successo nel 1938. Lungo il sentiero i nomi di tutti gli eroici scalatori della parete nord sono incisi nella pietra. Ma anche quelli di oltre 60 alpinisti che su questa parete hanno perso la vita. Trionfi e tragedie sono davvero vicini qui nella regione della Jungfrau.
Fino al punto più alto di Delémont Nr. 1460
Delémont • JU

Fino al punto più alto di Delémont

Lasciando la pittoresca cittadina di Delémont in direzione ovest si incontra subito un paesaggio molto variegato, all’inizio ancora fortemente caratterizzato dall’agricoltura. Ai margini del paese si incontrano vacche e vitelli al pascolo, frutteti e in lontananza il sentiero è costeggiato da maestose querce e frassini. Presso il Château de Domont si può fare una capatina al Sentier didactique. In modo ludico, il percorso invita a scoprire con tutti i sensi la varietà e l’unicità della foresta. Proseguendo, il sentiero con una salita pressoché impercettibile passa per un bosco misto. Sono belle da ammirare anche le scabre rocce calcaree attraversate, in alcuni punti, da ruscelletti. Dopo una salita impegnativa si giunge al ristorante La Haute-Borne, dove gli avventori sono accolti calorosamente dalla famiglia Montavon e possono gustare deliziose specialità. Rifocillati, si passa quindi per il punto più alto del comune di Delémont (930 m) e si prosegue per un po’ attraverso foreste primordiali di abeti rossi, in parte buie e interrotte da faggeti meno fitti. Sul bivio per Le Vorbourg ci si imbatte nel Sentier Auguste Quiquerez. Contemporaneamente, il punto panoramico Le Béridier invita a una breve sosta, in cui lasciar vagare lo sguardo sulla piana intensamente coltivata del bacino di Delémont e sull’antistante catena montuosa del Giura. Lungo il dorso della montagna, l’itinerario prosegue fino alle rovine della fortezza di Béridier, quasi completamente distrutta dal terremoto del 1356. Infine, dopo una ripida discesa lungo stretti sentieri, si incontra un meraviglioso viale con vecchie querce nodose. Questo luogo merita senz’altro una breve sosta, semplicemente per osservare il vivace andirivieni fra le chiome degli alberi.
Rundwanderung im Val da Camp Nr. 1405
Camp • GR

Rundwanderung im Val da Camp

Einer der schönsten Bergseen im ganzen Alpenraum liegt im Val da Camp, einem Seitental des Puschlav. Zum Lagh da Saoseo führt eine einfache, abwechslungsreiche Bergwanderung. Ausgangspunkt ist die Alp Camp, Endstation der Postautolinie. Eine vorgängige Sitzplatzreservation ist zwingend, weil man sonst in den kleinen und engen Fahrzeugen entweder stehen muss und während der holprigen Fahrt tüchtig durchgeschüttelt wird - oder dann gleich gar nicht erst mitgenommen wird. Im Laufe der Jahrtausende haben Bergstürze das Tal an verschiedenen Stellen verschüttet, so dass sich dahinter die Bergbäche zu Seen aufstauten. Mehrere davon können auf Wanderwegen erreicht werden. Das eigentliche Kronjuwel ist der Lagh da Saoseo. Von weitem schimmert sein Wasser kobaltblau, doch wenn man am Ufer steht, erweist es sich als dermassen klar, dass man jeden einzelnen Stein am Seegrund erkennen kann. Obwohl am Ufer mehrere befestigte Feuerstellen bereitstehen, empfiehlt es sich, den Imbiss noch etwas aufzuschieben, denn der nächste Abschnitt der Wanderung besteht in einem recht steilen Aufstieg von 200 Höhenmetern. Anfänglich verläuft er im Wald, später oberhalb der Baumgrenze. Schliesslich erreicht man den Lagh da Viola, ein weiteres Bergsee-Bijou. Über die türkisblaue Wasseroberfläche hinweg sieht man talauswärts bis zur vergletscherten Südflanke des Piz Palü. Der Hang am Ostufer des Viola-Sees ist ziemlich steil, so dass der Zugang zum Wasser hier nicht so einfach ist. Es lohnt sich deshalb, den See zur Hälfte zu umrunden und die Rast auf der grossen, praktisch flachen Weide westlich des Sees vorzusehen. Im Mündungsbereich des Bergbachs lässt sich vortrefflich spielen, stauen und planschen. In leichtem Abstieg geht es danach zurück zur Alp Camp.
Sul Fähnerenspitz Nr. 1115
Brülisau • AI

Sul Fähnerenspitz

Chi cerca quiete e riposo va nell’Appenzello, più precisamente a Brülisau. Presso la funivia Hoher Kasten inizia il percorso per ciaspole sul Fähnerenspitz. L’itinerario segnalato con segnavia fucsia conduce dapprima lungo la strada innevata fino a quando svolta verso sinistra all’uscita di Bürlisau e incrocia Horstbach. A questo punto inizia la prima salita fino al punto 1071 e prosegue in alto verso la casa di vacanza Weiler Bachers. A destra si seguono i pali fucsia fino al Resspass. Tra gli alberi che sembrano essere coperti di zucchero a velo si gode una vista fantastica sul Hoher Kasten. Dinanzi agli escursionisti si staglia un bosco invernale fiabesco. Al Resspass il percorso svolta in modo deciso a sinistra e si snoda lungo la cresta verso il punto più alto raggiunto nel corso della giornata. La cresta è molto esposta al vento e seguono passaggi più o meno innevati. Grazie alla fitta segnaletica con fascette fucsia sugli alberi, l’itinerario è sempre chiaro. Dall’alto si gode una vista spettacolare sulla valle del Reno, nel Cantone San Gallo, verso Alpstein nella regione del Vorarlberg e addirittura fino al lago di Costanza. In maniera un poco sorprendente il bosco si apre in una radura e improvvisamente gli escursionisti si trovano direttamente davanti alla croce della vetta al Fähnerenspitz. Da qui si procede direttamente verso valle a Guggeier e indietro a Bachers. Sullo stesso itinerario da lì si ritorna al punto di partenza verso Brülisau.
Auf Höhenwegen durch das Saastal Nr. 1401
Saas-Almagell — Kreuzboden • VS

Auf Höhenwegen durch das Saastal

Der «Erlebnisweg Almagellerhorn» ist ein spektakulärer Pfad, der entlang einer steilen Bergflanke ins idyllische Almagellertal führt. Der Ausgangspunkt Furggstalden ist vom Talboden der Saaser Vispa bequem mit der Sesselbahn oder zu Fuss auf einem Zickzackweg zu erreichen. Der Weg weist einige exponierte, wunderbar aussichtsreiche Passagen auf, die jedoch mit Metallstufen, Seilen und drei Hängebrücken bestens gesichert sind. Die Route eignet sich für trittsichere Berggänger; mit Kindern unter zehn Jahren benutzt man besser den direkten Aufstieg von Saas Almagell über Spissgraben ins Almagellertal. Kurz vor dem Leebach treffen die beiden Varianten zusammen. Danach geht es noch eine Weile durch Nadelholzbestände aufwärts. Vom Berghotel Almagelleralp an gibt es nur noch Weiden und vereinzelte karge Lärchen. Der Höhenweg führt bis auf gut 2500 m hoch und bietet eine grandiose Aussicht hinüber zur Kette der Viertausender rund um Saas-Fee. Meist ist das Trassee komfortabel breit. Einzig in der Flanke des Triftgrätji ist das Gelände etwas stärker exponiert, weshalb auch der Weg schmaler und zuweilen mit Seilen gesichert ist. Nach einer Rechtskurve rückt die Gondelbahnstation Kreuzboden ins Blickfeld - scheinbar zum Greifen nah. Bis man dort ist, dauert es allerdings noch geraume Zeit, denn der Weg beschreibt eine ausladende Kurve und führt durch ein ausgedehntes, eindrückliches Feld von mächtigen Granitblöcken. Das Gebiet Kreuzboden ist im Sommer ein ausgedehnter Familien-Vergnügungspark: Da gibt es einen grossen Spielplatz mit riesiger Rutschbahn und Plansch-Ecke; die Kleinen können auf Ponys reiten, während sich grössere Kinder mit einem Floss auf dem Seelein vergnügen. Für Erwachsene steht ein Wellness- und Genussweg mit Liegestühlen und Hängematten zur Verfügung.
Zur Wildhornhütte und über das Iffighorn Nr. 1141
Iffigenalp • BE

Zur Wildhornhütte und über das Iffighorn

Das Iffigtal ist mit Naturwundern verwöhnt. Kurz nach der Iffigenalp wandert man an einem ersten Wasserfall vorbei und steigt über die «Egge» auf. Ein schluchtartiger Durchgang folgt, und mit einem Mal steht man vor einem der lieblichsten Bergseen des Berner Oberlandes, dem Iffigsee. Dunkle Felswände auf der einen Seite, saftige Weiden auf der anderen Seite, bimmelnde Kuhglocken, eine Blumenpracht und mitten drin das tiefblaue Wasser des Iffigsees. Kein kitschiger Heimatfilm, alles echt. Hier vorbei führte wahrscheinlich auch die erste Passroute vom Simmental ins Wallis, wie Funde von Mauerresten und Ziegeln aus römischer Zeit belegen. Als der Gletschervorstoss im Mittelalter den Durchgang abriegelte, fand man eine Ersatzroute über den Rawilpass. Das Hüttenziel ist vom Iffigsee bereits zu sehen. Über Grashänge, durch eine steinige Schwemmebene und in einem letzten Anstieg ist die Wildhornhütte bald erreicht. Die SAC-Hütte liegt prächtig zwischen Niesenhorn und Schnidehorn, mit herrlicher Sicht durchs Iffigtal hinaus. Eine längere Pause bei Kaffee und Kuchen oder bei einem Hüttenmenü ist unvermeidlich. Noch schöner ist es natürlich, hier zu übernachten. Aufgeteilt auf zwei Tage ist diese Wanderung auch für Familien oder gemütliche Wanderinnen und Wanderer völlig stressfrei zu machen. Beim Rückweg zweigt man oberhalb des Iffigsees ab. Jetzt gehts nochmals 200 Meter aufwärts zum Iffighorn, dann über den Hohberg wieder ins Iffigtal hinunter und zur Iffigenalp zurück. Hier wandert man im Zentrum des Naturschutzgebietes Gelten-Iffigen. Die Wiesen auf dem Hohberg sind im Sommer übersät von Edelweiss, Orchideen und Paradieslilien. Aber auch im Herbst findet man noch zahllose Farbtupfer in den Bergmatten.
Panoramaweg Thunersee Nr. 0775
Oberhofen, Wichterheer — Gunten • BE

Panoramaweg Thunersee

Sechs Hängebrücken sollen es dereinst sein, drei sind bereits realisiert: Der Panoramarundweg Thunersee ist am Entstehen. Als erste wurde im Dezember 2011 die Brücke über den Spissibach bei Leissigen eingeweiht, im Oktober 2012 die Brücke bei Sigriswil. Zweitere ist auch das Ziel der Wanderung, die bei Oberhofen am Thunerseenordufer beginnt. Der Aufstieg zur Balmflue führt hoch über der Schlucht des Riderbachs durch den üppigen Wald. Der Bach wird ohne Brücke in einem breiten Kiesbett überquert. Der steile Aufstieg führt zu einem kleinen Pass, der von Nagelfluh- Pfeilern begrenzt wird. Hohle Gassen, überhängende Felsen und breite Formationen wechseln sich ab. Ein kurzer Abstieg führt wieder zum Riderbach, der abermals überquert werden muss. Hier ist eine weitere Hängebrücke geplant. Der Bach stürzt an dieser Stelle einen Wasserfall hinunter. Den Hang entlang führt der Weg dann Richtung Blooch, wo ein Grillplatz der Bürgergemeinde Oberhofen zum Bräteln mit Aussicht auf Thunersee und Niesen einlädt. Weiter geht’s durch den Wald, der immer wieder ein schönes Panorama freigibt. Kurz vor Erizbüel entlässt der Wald den Wanderer aus seiner schattigen Kühle. Bald erreicht die Route Aeschlen und damit die neu erstellte Hängebrücke hinüber nach Sigriswil. Sie ist mit 340 Metern Länge und 180 Metern Tiefe die grösste Hängebrücke des Panoramawegs. Sie wird übrigens nicht nur von Wanderern genutzt: Für die Kinder aus Aeschlen ist die Hängebrücke Teil des Schulwegs.
Ein eindrückliches Schluchterlebnis Nr. 1515
Blatten — Ried-Mörel • VS

Ein eindrückliches Schluchterlebnis

Die beeindruckende Felslandschaft der Massaschlucht entstand durch die Aktivität des Grossen Aletschgletschers. Das Eis hat dieser Schlucht vor langer Zeit zur heutigen Form verholfen. Eine Wasserleitung, die Suone «Riederi», die durch die Massaschlucht führt, wurde bereits 1385 erstmals urkundlich erwähnt. So erlebt man eine Wanderung auf längst vergangenen Spuren und kann sich dabei mit Sicherheit vorstellen, wie lebensgefährlich der Bau und Unterhalt dieser Wasserleitungen damals war. Erst 1996 wurde der Weg touristentauglich, indem man Passagen breiter machte, Wegstücke aus dem Fels sprengte und an zahlreichen Stellen Ketten montierte. Trotzdem ist eine minimale Schwindelfreiheit bei der Begehung erforderlich. Bereits beim Start in Blatten findet sich auf dem Wegweiser nach Ried b. Mörel die Bezeichnung «Massaweg». Wenige Meter im Dorf und dann gleich rechts über den Bruchi-Bach in den Wald - schon säumen Findlinge, umgestürzte Bäume und verkeilte Felsblöcke den weichen «Teppichweg» aus Baumnadeln. Später ein kurzes Stück auf einem Strässchen, über die Brücke unterhalb des Gibidum-Stausees und das Abenteuer Schluchtweg nimmt seinen Anfang. Imposante Tiefblicke bis 600 Meter hinunter und eine atemberaubende Weitsicht über das Rhonetal erwarten den Wanderer. Ab der Verzweigung beim Punkt 1265 wird der Weg sanfter und führt durch den lichten Rischwald und alsbald entlang der «Riederi»-Suone. Bei der Örtlichkeit Summerseili verläuft der Wanderweg etwas oberhalb der Fahrstrasse über einen Wiesenpfad und dann abwärts durch das Dorf zur Seilbahnstation Ried-Mörel.
Höhenwanderung im Pays d’Enhaut Nr. 1352
La Videmanette — L'Etivaz • VD

Höhenwanderung im Pays d’Enhaut

Wer mit einer der ersten Gondeln hochfährt, kann bei der Bergstation vielleicht noch die Steinböcke beobachten, die dort am Morgen gerne an salzhaltigen Steinen lecken. Später am Tag ziehen sie sich in die Hänge und Flanken der umgebenden Gipfel zurück. Im Gegensatz zu den zerklüfteten Kalkgipfeln des nahen Rubli oder Rüeblihorns wirken die Hügel des Saanenlands geradezu sanft. Von der Aussichtsterrasse des Bergrestaurants kann man Berggänger beobachten, die auf einer Via Ferrata auf das Rüeblihorn steigen, oder den Himmel nach Bartgeiern oder Adlern absuchen. Später führt der Wanderweg den Felswänden entlang Richtung Col de la Videman. Dabei quert man die Flanke der grasigen La Videmanette, dem namensgebenden Berg für die Bergstation der Seilbahn. Vorbei an blühenden Alpweiden geht es hinab zum kleinen Bergsee Gour de Comborsin. Danach folgen kurze, mit Ketten gesicherte Passagen über eine Felsstufe. Bald wird das Gelände wieder flacher, und nach der Querung einer eindrücklichen Schutthalde steht man auf dem Trittlisattel. Der Wanderweg führt spektakulär durch eine Felsspalte. Nun zeigt sich die eindrückliche Gummfluh von ihrer Südseite. Nach dem Col de Jable beginnt der lange, aber aussichtsreiche Abstieg hinunter nach L’Etivaz. Vor der Heimreise bleibt vielleicht noch etwas Zeit, um sich im Besucherzentrum der Käserei umzusehen, mehr über die Herstellung des Gruyère zu erfahren und natürlich Käse zu kaufen.
Zum Chüebodenseeli bei Elm Nr. 1360
Empächli • GL

Zum Chüebodenseeli bei Elm

Die Bergwanderung zum Chüebodenseeli ist eine wunderschöne, wo sich bei jedem Schritt mehr des Bergpanoramas zeigt. Die Glarner Hauptüberschiebung, das Martinsloch und die schneebedeckten Gipfel lohnen die Mühen, die einem der etwas steile Aufstieg vom Empächli beschert. Das Gebiet bei Empächli ist sehr kinderfreundlich: Spielplätze beim Restaurant, eine Goldwaschanlage und ein Themenweg zum Riesen Sardona bieten Nachmittagsbeschäftigungen für die Kleinen. Die Bergwanderung ist aber für Kleinkinder weniger geeignet. Nachdem die Wandernden ein Stück auf dem Themenweg durch den Wald gegangen sind, führt der Bergwanderweg mehr oder minder direkt nach oben. Allerdings ist er sehr gut ausgebaut, so dass er einem viel weniger steil vorkommt, als das Höhenprofil glauben lässt. Kurz vor dem Chüebodenseeli besteht eine gute Möglichkeit, vor dem imposanten Massiv der Tschingelhörner ein Foto zu machen. Noch ein kleiner Aufstieg und dann ist es geschafft: rechter Hand liegt das friedliche Chüebodenseeli, umringt von den spitzen Zähnen des Mürligrat. Hier lässt es sich wunderbar verweilen. Nichts ist zu hören, ausser allfälliger Militärgeräusche. Unzählige kleine Fische schwimmen im Bergsee und rundum bieten sich viele Plätze, um zu picknicken. Allerdings gibt es hier keine befestigten Feuerstellen, also muss ein kaltes Mittagessen genügen. Nach der wohlverdienten Pause geht es nur noch 30 Höhenmeter hinauf zum Gelb Chopf, dem höchsten Punkt der Wanderung. Der Abstieg der Rundwanderung erfolgt zunächst auf der Skipiste, auf welcher der Weg aber gut ausgebaut ist, und führt dann auf einen breiten Wanderweg hinunter ins Empächli mit mehreren Restaurants. Wer noch Energie hat und einen Schlenker anhängen will, geht bei Oberempächli nach rechts, flankiert die Rietmatt und geht bei Hengstboden wieder in Richtung Empächli zurück.
Runden drehen im Lenker Schnee Nr. 1452
Betelberg • BE

Runden drehen im Lenker Schnee

Im Sommer weiden die Kühe auf den Alpen, und die Bauern ernten Heu. Im Winter jedoch sind die Matten und Weiden dem Schneesport überlassen. An der Lenk erweisen sich diese als abwechslungsreiches Gelände, hügelig und leicht ansteigend gegen Westen, schroff, unwegsam und steil im Norden und im Süden überrascht die grosszügige Sicht auf die Berner Alpen. Diese Winterwanderung enthält das ganze Spektrum. Sie beginnt bei der Bergstation der Gondelbahn Lenk-Stoos-Leiterli. Von hier steigt sie über bestens und breit präparierte Winterwanderpisten zum Leiterli hoch. Dieses ist der Gipfel eines schmalen Felsrückens und der höchste Punkt der Wanderung. Da und dort stehen Bänke und laden zum Verweilen und Staunen über den überwältigenden Blick auf die Berner Alpen ein. Kurz nach dem höchsten Punkt führt der Weg nach rechts zum Winterwanderweg hinunter. Er geht Richtung Steistoos und zum Pt. 1953, wo sich der Weg vielfach verzweigt. Diese Winterwanderung nimmt die Spur Richtung Tschätte nach rechts den Berg hinunter und führt um den Haslerberg herum zum Haslerläger. Wo der Winterwanderweg zur Haslerbar hinunterführt, beginnt bei dieser Wanderung der Aufstieg. Man erreicht im weiten Bogen mal leicht, mal sanft ansteigend die Gondelbahn, die einen ins Tal bringt. Auf der Fahrt hinauf oder hinunter sieht man da und dort kleine Heuschober. Mit etwas Glück kann man hier vielleicht auch einen Lenker Bauern beim «Höuwbäärge» beobachten: Sie schnüren nach alter Väter Sitte das Heu zu riesigen, bis zu 200 Kilogramm schweren Heuballen, sogenannten Burdeni. Diese fahren sie dann auf grossen Schlitten ins Tal.
Immer der Sonne entgegen Nr. 1451
Höhi Wispile — Gsteig b. Gstaad • BE

Immer der Sonne entgegen

Auf dieser Winterwanderung geht man meist der Sonne entgegen - und auch der Walliser Wispile, die unterhalb des Spitzhore liegt. Der baumfreie Bergrücken ist ein idealer Platz für Alpschaften, die überraschenderweise Walliser Eigentümer haben. Wie es dazu kam, ist historisch nicht belegt. Wahrscheinlich hatten die Bauern aus Savièse, die südlich des Passes Col du Sanetsch wohnen, zu viel Vieh und zu wenig Weide, weshalb sie Ländereien im Saanenland kauften. Während die Bauern in den Rebbergen arbeiteten, trieben die Frauen und Kinder ihre Eringerkühe über den Pass und sömmerten sie auf den Alpen der Walliser Wispile. Mit der Zeit konzentrierten sich die Savièser immer mehr aufs Keltern und verpachteten die Alpschaften an Gsteiger Bauern. Der erste Teil dieser Wanderung führt gemütlich über die Höji Wispile, einen breiten Bergrücken mit fantastischer Aussicht auf die umliegenden Berge. Der Weg verzweigt sich einige Male, stets führen aber die Wege wieder zusammen. Bei Chrinetritt beginnt der Abstieg nach Gsteig - es ist ein langer und steiler Abstieg, weshalb sich je nach Schneeverhältnissen Stöcke, Spikes oder gar ein Schlitten empfehlen. Wer steile Partien nicht schätzt, kehrt um zur Seilbahn, verpasst aber dann das feine Bergplättli mit hiesigem Käse und Trockenfleisch sowie dem Savièser Wein auf der Terrasse von Ösi Perretens Besenbeiz. Ein Wort noch zur Seilbahn: Weil es im Saanenland zu viele Bergbahnen gibt, wird jene auf die Wispile nur in der Hochsaison betrieben, also über Weihnachten/Neujahr sowie im Februar. Diese Wanderung ist somit nur wenige Wochen pro Winter machbar. Es lohnt sich aber allemal, schönes Wetter abzuwarten und sich dann aufzumachen, der Walliser Wispile entgegen.
Herbst beim Freiberg Kärpf Nr. 1353
Mettmenalp — Kies • GL

Herbst beim Freiberg Kärpf

Auf der Mettmenalp wandert man im Wildtierschutzgebiet Freiberg Kärpf. Zum Schutz von seltenen und bedrohten Wildtieren ist hier die Jagd verboten. Vielleicht kreist während dieser Wanderung ein Adler oder Bartgeier am Himmel oder man entdeckt Steinböcke, Gämsen, Murmeltiere und andere Wildtiere. Im Jahr 1548 gegründet, ist es das älteste Wildtierschutzgebiet in Europa. Benannt ist es nach dem Kärpf, der von der Leglerhütte aus gut zu sehen ist. Doch bevor diese aussichtsreiche SAC-Hütte erreicht ist, wandert man zuerst noch dem Mettmensee, auch Garichtisee genannt, entlang. Beim Blick zurück zur Staumauer dieses 1931 fertiggestellten Stausees bieten die zerklüfteten Gipfel des Glärnischmassivs, darunter Vrenelis Gärtli, einen überwältigenden Anblick. Wenn es gefroren ist, erfordert der mit Eiszapfen gesäumte, vereiste Weg dem See entlang etwas Vorsicht. Bei der Niderenalp sind während der Alpsaison Getränke und Alpprodukte erhältlich. In angenehmer Steigung führt der Bergwanderweg weiter hinauf zur Leglerhütte. Hier an diesem schönen Ort lohnt sich eine Pause! Von einer Felsklippe sieht man hinunter zu den verschiedenfarbigen Bergseen Engisee und Chammseeli, die man nach einem Abstieg auf einem steilen Zickzackweg erreicht. Nach einem kurzen Gegenaufstieg steht man auf dem Franzenhorn und folgt dem breiten Grasrücken zum Schönaufurggeli. Nun wartet noch der Abstieg hinunter nach Kies, der mit dem Alpentaxi knieschonend verkürzt werden kann.
Imposante Bergwelt im Berner Oberland Nr. 1524
Kandersteg • BE

Imposante Bergwelt im Berner Oberland

«Wo sich heute die Firnmulden und Gletscher der Blüemlisalp befinden, waren früher grasreiche Weiden. Es kam vor, dass die Kühe dreimal des Tages gemolken werden konnten.» Mit diesen Worten beginnt die Sage der Blüemlisalp. Steht man heute am Ufer des darunterliegenden Oeschinensees, so kann man sich kaum vorstellen, dass unter dem Blüemlisalphorn einst Weiden gewesen sein sollen. Etwas Mystisches strahlt dieser Ort dem Betrachter jedoch immer noch aus. Kurz nach dem Start beim Bahnhof Kandersteg wandert man ein Stück auf der «Bundesrat Adolf Ogi-Strasse» in Richtung Talstation der Gondelbahn. Der Weg führt danach weiter aufwärts dem Oeschibach entlang bis zum Kraftwerk, wo ein Wegweiser mit der Aufschrift «Bergstation Gondelbahn» nach links zeigt. Ab hier geht es auf einem Bergpfad recht steil aufwärts, bis der Wegpunkt «I de Huble» erreicht wird. Schon bald ist danach die Bergstation erreicht und eine Pause bei dieser fantastischen Aussicht verdient. Via Läger und Restaurant zur Sennhütte gelangt man in einer knappen halben Stunde zum Oeschinensee, der mit einer Fläche von 1.1 km2 zu den grösseren Bergseen gehört. Es ist ein imposanter Blick, wie sich die bis 2000 Meter höher gelegenen Gipfel im klaren Wasser spiegeln. Ein kurzes Stück geht es nun dem See entlang, bevor beim Bergrestaurant Oeschinensee der Abstieg zurück nach Kandersteg folgt. Die Fahrstrasse wird schon bald verlassen und der Weg führt danach, teilweise die Skipiste benützend, hinunter bis zum Kraftwerk. Ab hier folgt man demselben Weg des Aufstiegs bis zur Brücke, die über den Oeschibach führt und überquert diese. Auf der linken Seite des Oeschibaches geht es nun ins Dorf, wo diverse Gaststätten zu einem Trank einladen.
Bahnhistorische Wanderung am Albulapass Nr. 1520
Preda — Station Bergün/Bravuogn • GR

Bahnhistorische Wanderung am Albulapass

Nicht nur ein Highlight für Bahninteressierte, auch Naturbegeisterte kommen bei dieser Wanderung auf Ihre Kosten. Der Abschnitt zwischen dem Albulatunnel und dem Landwasserviadukt auf der Albulalinie der Rhätischen Bahn gilt als Paradestück der Bahnpionierzeit. Die Strecke steht seit 2008 unter Schutz, denn ihre teils dramatische Linienführung ist einzigartig. Das UNESCO Welterbe «Rhätische Bahn in der Landschaft Albula/Bernina» umfasst nicht nur die beiden weltberühmten Bahnstrecken, sondern auch die wunderschöne Landschaft selbst. Gleich nach der Station Preda beginnt die Wanderung und man unterquert die Bahnlinie ein erstes Mal. Dank der durchgehend mit dem Vermerk «Bahnlehrpfad» und dem grünen Routenkleber Nr. 33 bezeichneten Wegweisung kann man sich nicht verirren. Vorbei an der kleinen Örtlichkeit Naz hat man gleich danach einen schönen Tiefblick ins Albulatal hinunter. Auf einer der zahlreichen Orientierungstafeln entlang des Weges lässt sich die komplexe Streckenführung verfolgen. Zudem informieren die aufgeführten Fahrpläne über die Vorbeifahrten der Züge an markanten Stellen. Ab hier geht es abwärts, dabei können die diversen Brücken einmal von oben und dann gleich wieder von unten betrachtet werden. Bei der Grillstelle wird der Weg breiter und führt später entlang des kleinen Campingplatzes bis zur Brücke beim Schützenhaus. Hier lohnt es sich, den Bahnlehrpfad zu verlassen, die Brücke zu überqueren und den Weg zum Bahnhof durch das schöne Dorf Bergün zu wählen. Empfehlenswert ist auch ein Besuch des Bahnmuseums. Hier erfahren Besucher sowohl historische und aktuelle Aspekte der spektakulärsten aller Schweizer Bahnstrecken.
Bergbeizlitour rund um Urnäsch Nr. 1457
Urnäsch • AR

Bergbeizlitour rund um Urnäsch

Appenzeller Bergbeizli sind ein Hort der Gemütlichkeit. In urigen Gaststuben schlemmt man Währschaftes und lässt sich von heimatlichen Klängen verzaubern, auf den Terrassen aalt man sich in der Sonne und geniesst den Blick auf die Bergwelt. Gut, sind im Appenzellerland die Bergrestaurants reich vertreten, so kann man an einem Tag mehrere besuchen - wie auf der Winterwanderung von Urnäsch über die Osteregg nach Blattendürren. Bereits der Auftakt zur Tour ist urchig: Im Zentrum von Urnäsch ziehen stattliche Appenzeller Häuser den Blick auf sich, und in den Läden werden lokale Käsespezialitäten angeboten. Die gibt es auch im Bergrestaurant Osteregg, wo Karin Rütsche und Susanne Sutter hausgemachte Spezialitäten auftischen und ihre Gäste mit Herzlichkeit und stets einem breiten Lachen im Gesicht bewirten. Appenzeller Käsegerichte wie Fondue oder Käsespätzli dürfen dabei nicht fehlen. Hunger gibt der Aufstieg alleweil. Der Winterwanderweg führt an Bauernhöfen vorbei nach Chräg, dann geht es im verträumten Winterwald zur Osteregg. Zufriedene Menschen seien ihr grösster Lohn, sagen Karin und Susanne, deren Arbeitstag nicht selten bis in die frühen Morgenstunden dauert. Nicht minder gastfreundlich geht es bei Florian Inauen auf Blattendürren zu und her. Er ist wie Karin und Susanne Quereinsteiger in der Gastronomie, sieht im gemütlichen Bergbeizli aber seinen Traum erfüllt. Traumhaft ist auch die Wanderung von der Osteregg über die Zimmermanns-Lauftegg nach Blattendürren: Das Panorama reicht vom Kronberg bis zum Säntis, die Ruhe ist wohltuend. Sind nach der Einkehr bei Florian Inauen Hunger, Durst und Heimatliebe abermals gestillt, geht es auf gleichem Weg zurück nach Urnäsch.
Durch verschneite Jurahöhen Nr. 1458
Col des Etroits • VD

Durch verschneite Jurahöhen

Wer auf dem Mont des Cerfs nach Hirschen sucht, tut dies vergebens. Es gibt nämlich keine. In der Gîte du Mont des Cerfs werden Christophe und Béatrice Seydoux dem Namen ihrer Hütte jedoch gerecht und servieren Hirschsteak auf heissem Stein und Fondue bourguignonne mit Hirschfleisch. Es stammt aus dem Neuenburger Jura, aus einer Zucht in Les Brenets. Doch die eigentliche Spezialität sind die hausgemachten Rösti und die Glacen, die weitherum bekannt sind. Die Seydoux servieren Erstere in unterschiedlichen Varianten: mit Schinken, Tomme, Wurst oder mit Hirschpfeffer. Die Glacen macht die Wirtin ebenfalls selber. Neben kommunen Sorten wie Erdbeer und Mokka gibt es auch Meringue- und Absinthglace. Und wer nicht genug bekommen kann, lässt sich noch eine Portion Doppelrahm dazu servieren. Doch erst will die Hütte erwandert werden. Bei grossem Hunger ist dieser Weg kurz und führt vom Col des Etroits direkt über den Bergrücken. Wer sich eine Rösti aber erst verdienen will, biegt kurz nach dem Pass rechts ab, steigt durch den Wald ab und wandert durch den Talboden unterhalb des lang gezogenen Dorfes L’Auberson mit seinen grossen, für den Jura typischen Häusern. Kurz vor dem Weiler Les Grangettes steigt der Weg wieder an. Der Aufstieg zur Gîte ist anschliessend mehrheitlich im Wald auf einem Forststrässchen und dadurch moderat. Wer bei der Gîte noch nicht genug hat, steigt hinter dem Haus noch etwas durch den verschneiten Wald auf und erreicht bald das Restaurant de la Gittaz. Der Weg führt dann wieder zurück zur Gîte und von dort - gestärkt nach der Einkehr - über den wald-, aber auch aussichtsreichen Bergrücken zurück zum Pass. Wer gegen den Abend unterwegs ist, trifft dabei vielleicht noch ein Reh an.
Im Jurapark Aargau Nr. 1355
Gipf-Oberfrick, Rösslibrücke — Wittnau, Mitteldorf • AG

Im Jurapark Aargau

Auf dieser Wanderung gibt es die typischen Landschaften des Fricktals im Herzen des Jurapark Aargau zu entdecken. Kaum sind die Wandernden in Gipf-Oberfrick aus dem Bus gestiegen, erwarten sie schon die Obstbäume, Felder und bewaldeten Hügel, die den Reiz dieser Region ausmachen. In Richtung Süden führt der Weg zuerst während zwei Kilometern durch eine ruhige bewaldete Senke und dann auf einem Hügel. Anfangs folgt er einem Lehrpfad, welcher der Natur gewidmet ist und die Sinne anspricht. Nach einem kurzen Wegstück auf asphaltierter Strasse zweigt der Wanderweg nach Westen ab und führt von dort durch die Felder. Das Dorf Wölflinswil ist nicht mehr weit. Man betritt es von oben, durch die Obsthaine. Rundherum sind sanfte bewaldete Hügel. Hier bietet sich auch die Gelegenheit, in einem der Restaurants im Dorf Halt zu machen. Es sind die einzigen während der ganzen Wanderung. Auch der von schön renovierten Häusern umgebene Dorfplatz lädt zum Verweilen ein. Doch es geht weiter - wieder den Hügel hinauf. Aus der Höhe bietet sich den Wandernden eine erneute Aussicht auf Wölflinswil, dieses Mal mit dem Blick nach Osten. Der Weg folgt den Geländefalten. Ein einzelner Baum am Wegrand markiert den höchsten Punkt der Strecke. Vom ebenen Wanderweg aus hat man einen weiten Blick über die sanfte Hügellandschaft. Der Weg hinunter nach Wittnau, dem Ziel, führt durch eine idyllische Senke im Wald. Die Natur ist dicht und reichhaltig. Man kann sich vorstellen, welche Frische sie im Sommer verströmt und in welcher Farbenpracht sie sich im Herbst präsentiert. Das Dorf wird sichtbar, sobald man den Wald verlässt. Wie alle Dörfer der Region ist auch Wittnau voller Obstbäume und gepflegter Häuser.
Im Herzen des Thurgaus Nr. 1356
Weinfelden — Sulgen • TG

Im Herzen des Thurgaus

Auf der südlichen Bahnhofseite folgt die Route zuerst den Gleisen, dann am Industriegebiet vorbei und überquert die Bahnlinie nach Wil. Kurz nach dem Pferdehof beim «Ganggelisteg» warten tolle Rastplätze auf Gäste. Den Steg passiert, wandert man flussaufwärts zur Strassenbrücke bei Rothenhausen. Auf der anderen Flussseite führt der Wanderweg zum Stauwehr des Weinfeldener Kanals. An der Badi und dem ehemaligen Exerzierplatz entlang erreicht man das Kraftwerk, welches das Wasser des Bürglenkanals nutzt. Danach lockt der Abenteuerspielplatz bei der Istighofener Brücke, wo der Bahnhof Bürglen wenige Minuten entfernt liegt. Im Heiligenschächt folgt man dem Waldrand, bis der gelbe Pfeil in den Wald zeigt. Ein kurzes Stück später stösst die Route wieder an den Kanal, der deutlich höher als der Wanderweg liegt. Der über 140-jährige Fabrikkanal trieb früher die Maschinen der Kammgarnspinnerei an. 2015 war er samt dem späteren Kraftwerk sanierungsbedürftig. Bei diesem Vorhaben wurden vier Biber evakuiert, die den Kanal als Heimat auserkoren hatten. Sie wurden für ein halbes Jahr in der Wildstation Landshut betreut, bis sie wieder an ihren angestammten Platz zurückkehren durften. Bei der nächsten Brücke kann die Tour nach Sulgen abgekürzt werden. Die Wanderung folgt dem Wasser bis zum Stauwehr bei Underau. Das nahe Dorf Kradolf ist jedes Frühjahr Ziel des bekannten Flossrennens auf Sitter und Thur, das stets zahlreiche Schaulustige anzieht. Nach dem Bahnhof steigt der Weg ein kurzes Stück bergan. Beim Kreuz geniesst man einen schönen Ausblick über das Thurtal, während die ersten Häuser von Sulgen das Ende der Tour ankünden. Bald wird der Bahnhof erreicht und der Zug fährt uns nach Weinfelden zurück.
Säntisblick über dem Neckertal Nr. 1361
Mogelsberg Station — Brunnadern • SG

Säntisblick über dem Neckertal

In Mogelsberg wütete im 17. Jahrhundert mehrmals die Pest. Vermutlich wurde diese hochansteckende Seuche damals von Händlern eingeschleppt, die mit ihren Waren auf der Handelsroute durch das Neckertal zogen. Zum Glück sind diese düsteren Zeiten vorbei! An einem sonnigen Herbsttag ist die beschauliche Gegend wie gemacht zum Wandern! Vom aussichtsreichen Wanderweg aus sieht man auf den Hügeln ringsum überall kleine Streusiedlungen, die typisch sind für die Region Neckertal-Appenzeller Hinterland. In dieser waldreichen Gegend konnten sich die ersten Siedler nur dort niederlassen, wo es eine Quelle hatte und es vom Gelände her möglich war, Wald zu roden, um Weideland zu gewinnen. An zu steilen, ungeeigneten Hängen wurde der Wald als Hofreserve stehen gelassen. Farbige Waldabschnitte, aussichtsreiches Offenland, kurze Auf- und Abstiege wechseln sich ab, bevor man nach angenehmer Steigung etwas unterhalb der Wilkethöchi den höchsten Punkt der Wanderung erreicht. Hier ist die Aussicht zu den Bergen im Alpsteingebiet noch vom Wald verdeckt. Auf dem Gerensattel zeigt sich dann der herbstlich verschneite Säntis. Von hier aus ist es nur ein kurzer Abstecher zur gemütlichen Alpstube Wimpfel. Etwas steiler führt der Wanderweg am Schluss hinunter zum Bahnhof Brunnadern.
Winterfreuden im Turbachtal Nr. 1454
Turbach, Rotengraben — Gstaad • BE

Winterfreuden im Turbachtal

U23-Weltmeisterin, Weltcup-Läuferin, Olympia-Teilnehmerin: Nathalie von Siebenthal ist an der Weltspitze des Langlaufsports angekommen. Im Turbachtal trainiert sie oft, deshalb ist die Loipe hier nun offiziell nach ihr benannt. Der Winterwanderweg führt immer wieder parallel zur Loipe, kreuzt sie, biegt wieder ab. Die Wanderung beginnt ab «Turbach, Rotengraben» mit einer Runde auf die Wintermatte. Etwas oberhalb des Sommerbeizli hört der sauber präparierte Weg auf einen Schlag auf. Eine 180-Grad-Drehung ist angesagt - nur um wieder einen neuen entzückenden Blick auf die umliegenden Berge zu haben. Zurück beim Rotengraben, folgt der Weg dem Turbach, nach rund 20 Minuten steigt er kurz, aber steil auf zur Strasse: Hier liegt das Sunne-Stübli, die einzige Einkehrmöglichkeit für Winterwanderer. In der mit Holz ausgekleideten Bauernstube gibts Wienerli oder Kalbsbratwurst mit hausgemachtem Kartoffelsalat, geschmolzenen Tomme mit Gschwellti, Raclette oder Fondue. An der Wand hängen zwei Bretter mit dem Wanderpreis-Verzeichnis der Kühe aus dem Turbachtal. Ab der Eigenmatte gibt es zwei Wegvarianten: Die eine führt unten im Tal nach Gstaad, die andere bleibt oben am Hang und steigt erst ganz zum Schluss steil in die Ortschaft ab. Die Einheimischen empfehlen die zweite Variante - so kann man länger an der Sonne bleiben und hat mehr Abwechslung. Das Tal weitet sich gegen vorne immer mehr, Gummfluh und Vanil Noir rücken ins Gesichtsfeld. Kurz vor Gstaad folgen ein paar rutschige, steile Abschnitte. Sie sind trotz Handläufen je nach Schneelage eher anspruchsvoll.
Bergpanorama pur auf der Moosalp Nr. 1518
Moosalp • VS

Bergpanorama pur auf der Moosalp

Wer einmal beim Aussichtspunkt «Stand» war, kommt bestimmt wieder hierher. Die Rundsicht ist einmalig und reicht südwärts unter anderem zur Mischabelgruppe mit dem Dom, weiter zur Weisshorngruppe und auf der Nordseite zum imposanten Bietschhorn. Zahlreiche Gletscher formten in der letzten Eiszeit das Gebiet der Moosalp zu einer Rundhöckerlandschaft. Nachdem sich diese vor rund 12‘000 Jahren zurückgezogen haben, bildeten sich in den Vertiefungen zwischen den Höckern aus Gneisen die Moore. Die Region zeichnet sich überdies durch einen lichten Lärchen-Arvenwald aus, dessen Struktur durch den freien Auslauf des Viehs geformt wurde. Typische Pflanzen sind die Rostalpenrose und der Zwergwacholder. Die Rundwanderung beginnt gleich bei der Postautostation und folgt zunächst dem Wegweiser Richtung Stand. Vorbei bei der Abzweigung Plattjistei ist nach einer guten halben Stunde der Aussichtpunkt auf 2'122 Meter erreicht. Weiter geht es abwärts, um den Bonigersee herum zum Breitmattensee. Nochmals ein kleines Stück abwärts und man steht auf der Breitmatte, wo lauschige Plätzchen überall den Alltag vergessen und neue Kraft tanken lassen. Ab hier folgt man dem Weg abwärts Richtung Eischmatte bis zur nächsten Verzweigung, von wo es wieder aufwärts und zurück zur Moosalp geht. Bei der Bürchneralp trifft man auf die Fahrstrasse, die jedoch nur kurzzeitig benutzt wird. Der Wanderweg führt auf einem Waldpfad und etwas später über die Weide bis hin zum Endziel. Eine kurze, aber entspannende Rundwanderung, bei der man sich genügend Zeit zum Verweilen und Geniessen lassen sollte.
Davoser Panoramaweg Nr. 1519
Stat. Höhenweg — Gotschnagrat • GR

Davoser Panoramaweg

Für die Panoramawanderung von der Station Höhenweg zur Bergstation auf dem Gotschnagrat ist die Bezeichnung wahrlich nicht übertrieben. Alle Gipfel aufzuführen, die auf dem Weg zu sehen sind, würde den Rahmen bei weitem sprengen. Obwohl oberhalb der Baumgrenze liegend, ist diese Tour wandertechnisch anspruchslos. So bleibt jederzeit die Möglichkeit, das gigantische Panorama ausgiebig zu betrachten. Auch wenn die Vegetation zum Teil nicht übermässig ist, so präsentiert sich die Berglandschaft zwischen Weissfluh, Totalp und Schwarzhorn trotzdem farbenprächtig. Unten im Tal schimmert der Davosersee tiefblau und auch der Schwarzsee steht ihm in nichts nach. Der Start erfolgt bei der Station Höhenweg der Davos-Parsenn-Bahnen. Gleich zu Beginn steht der einzige etwas steilere Aufstieg auf dem Programm. Bereits knapp 100 Höhenmeter später führt dann der Weg beinahe horizontal in Richtung Osten, immer der Wegweisung «Panoramaweg» bzw. Gotschnagrat folgend. Schon bald werden die Lawinenverbauungen passiert, die im Winter dafür sorgen, dass sich keine grösseren Schneemengen vom Salezer Horn über den Dorfberg hinunter ins Tal ergiessen. Aussichtspunkte, die zum Innehalten einladen, finden sich genügend. Die Steinmännchen-Kolonie bei der Totalp, kurz vor der Parsennhütte, ist perfekt für eine Pause geeignet. Hier wird schnell klar, weshalb die Totalp wohl zu seinem Namen kam. Ab Parsennhütte geht es sanft bergauf, die Belohnung in Form einer beeindruckenden Aussicht auf das gesamte Prättigau entschädigt für die Mühen.
Höchstgelegener Weinberg Europas Nr. 1521
Visp — Visperterminen • VS

Höchstgelegener Weinberg Europas

An den steilen Hängen unterhalb des Dorfs Visperterminen liegt Europas höchster zusammenhängender Weinberg. Zwischen 650 und 1150 Meter über Meer stehen die Rebstöcke auf Terrassen mit hohen Trockensteinmauern und überwinden so auf engstem Raum 500 Höhenmeter. Eine ausgeprägte Südlage des Hanges ermöglicht es, zusammen mit den grossen Steinflächen der Trockensteinmauern, eine Art Wärmekammer zu bilden, um den Trauben im Spätherbst die nötige Reife zu verleihen. Als Perle der Alpenweine wird der Heidawein bezeichnet. Die kleinbeerige Traube ist auch eine aromatische und süsse Tafeltraube. Der strohgelbe, nach Nüssen, Honig und exotischen Früchten schmeckende Wein sollte nach der Wanderung unbedingt versucht werden. Unterwegs trifft man auf zahlreiche Informationstafeln, die viel Wissenswertes über den Weinbau, die Anbaumethoden etc. erzählen. Die Wanderung beginnt beim Bahnhof Visp und führt zunächst durch die malerische Altstadt und an der Kirche vorbei, bis bei der Postautohaltestelle Bächji die Hauptstrasse überquert wird. Für die bessere Bewirtschaftung des Rebberges ist der Weg ab hier bis Graue Egga asphaltiert. Nun geht es, wieder auf Naturwegen, ein kurzes Stück abwärts bis nach Oberstalden und aus dem bisherigen «Reblehrpfad» wird der «Tärbiner Kulturweg» mit nicht weniger interessanten Hinweisen zu lokalen Besonderheiten. Ein alter Saumweg führt das letzte Stück hinauf ins Heidadorf. Nebst der grandiosen Aussicht lohnt es sich auf jeden Fall, im alten Dorfteil einen Rundgang einzuschalten.