Sentieri Svizzeri | Proposte escursionistiche • Sentieri Svizzeri

1598 sono state trovate delle voci
Sul sentiero circolare del lago di Zurigo Nr. 1579
Meilen — Feldbach • ZH

Sul sentiero circolare del lago di Zurigo

12 000 anni fa il ghiacciaio della Linth formò nel paesaggio il bacino del lago di Zurigo. La pittoresca eredità del ghiaccio è stata apprezzata in ugual misura dai Romani, dagli Alemanni e dagli Asburgo e nel frattempo è diventata una delle agglomerazioni urbane più grandi della Svizzera. Camminando sulle pendici meridionali del Pfannenstiel, tuttavia, ciò è difficilmente visibile: con il centro urbano alle spalle, lo sguardo vaga sempre sulle Alpi glaronesi e della Svizzera centrale; boschi, pascoli e vigneti caratterizzano il paesaggio. Dalla stazione ferroviaria di Meilen si seguono dapprima le indicazioni per Uetikon e, dopo un buon quarto d’ora, si svolta a sinistra in salita verso il Vorderer Pfannenstiel. Qui, nella gola Meilemer Tobel, il ponte Beugenbach lungo 62 metri, il più lungo del suo genere nel Canton Zurigo, impressiona gli escursionisti. Dopo altri 20 minuti, nel villaggio In der Au, il cammino incontra infine il sentiero circolare del lago di Zurigo, che d’ora in poi sarà segnalato con il numero 84. Tra Männedorf e Stäfa, l’attento escursionista nota subito qualcosa di strano: il sentiero escursionistico, costeggiato da siepi di rose, clematidi e arbusti di noccioli, presenta una salita stranamente uniforme e passa per un viadotto. Si tratta del tracciato tranviario della ex linea Wetzikon-Meilen. La linea tranviaria fu il risultato dell’euforia ferroviaria scoppiata verso la fine del XIX secolo e un tempo collegava l’Oberland zurighese con il lago di Zurigo. Dopo la seconda guerra mondiale si resero necessari costosi risanamenti, e alla fine la tratta cessò l’esercizio nel 1950. Più ci si avvicina al confine con il Canton San Gallo, più ci si ritrova in campagna. Attraverso un’area naturalistica protetta, lungo recinti per cavalli e campi di grano, si raggiunge Feldbach per poi ridiscendere sul ripido sentiero, attraversando un piccolo vigneto, fino alla stazione ferroviaria.
Dalla Wynental alla Seetal in Argovia Nr. 1578
Teufenthal AG — Lenzburg • AG

Dalla Wynental alla Seetal in Argovia

C’è del fumo nell’aria. Sono accesi vari fuochi da campo. Bambini giocano davanti e dentro le immense grotte di arenaria, cercano bastoncini adatti a infilzarvi le salsicce da arrostire, si arrampicano su per le gallerie. Le grotte nel bosco di Liebegg sono un vero e proprio paradiso dei giochi. Alcuni accessi al sistema di grotte hanno una larghezza di oltre dieci metri, attraverso i buchi nel soffitto della grotta passano dei coni di luce, eleganti colonne separano gli antri. Le panchine invitano a fare una pausa con picnic. Poco dopo l’inizio dell’escursione a Teufenthal AG vi aspetta il primo castello: il Trostburg. La fortezza medievale si erge su uno spuntone roccioso alto 40 metri, accanto alla roccaforte grigia salta all’occhio la torre bianca con lo stemma bernese. Il Trostburg è di proprietà privata e può essere visitato solo dall’esterno. Dopo una ventina di minuti di cammino, si avvista il castello di Liebegg: un ramo della famiglia dei signori di Trostburg si era separato nel XIII secolo per stabilirsi solo mezzo chilometro più a nord. Nel castello di Liebegg c’è da scoprire qualcosa: il Museo delle streghe, dove si trovano bacchette magiche, sfere di cristallo e vecchi libri di magia. Dopo una bella salsiccia arrosto consumata presso le grotte di arenaria, il sentiero si snoda attraverso campi e boschi pittoreschi in direzione di Seon. Qui gli escursionisti potranno immergersi nella storia industriale del Seetal, dove sono nate le prime fabbriche tessili della regione: all’inizio si intrecciavano paglia, rafia e crine di cavallo, nel XIX secolo si aggiunsero la produzione di sigari e la filatura del cotone. Una volta giunti sull’Aabach, il percorso si dipana lungo il romantico corso d’acqua fino alla città di Lenzburg. Qui va fatta assolutamente una puntatina al castello. Il castello di Lenzburg è uno dei più importanti castelli di alta quota della Svizzera e ripaga lo sforzo con una grandiosa veduta sulla città e sulla distanza percorsa.
Sulla terrazza assolata sopra il lago di Thun Nr. 1576
Tschingel ob Gunten, Dorf — Heiligenschwendi, Reha Z. • BE

Sulla terrazza assolata sopra il lago di Thun

Sino alla fine del XIX secolo, in ampie regioni dell’odierna Svizzera esisteva un ingegnoso sistema di allarme. Su alture ben visibili da lontano sorgevano le cosiddette torri di guardia (Chutzen, in tedesco), che servivano ad allertare rapidamente la popolazione con segnali di fumo o con falò. Tra il Reno e il lago di Ginevra, l’antica Berna disponeva di oltre 150 torri di guardia. La Blueme era una di queste; da lì venivano lanciati segnali fino, ad esempio, al Bantiger, vicino Berna, a 30 chilometri di distanza. Un tempo l’altura era utilizzata come pascolo e dunque era priva di alberi. Oggi, grazie alla torre costruita nel 1984, che si erge appena sopra le cime, si può godere di una splendida vista sulle Alpi bernesi. L’escursione inizia a Tschingel, uno dei villaggi baciati dal sole sulla terrazza che sovrasta il lago di Thun. È facile orientarsi: basta seguire le indicazioni per Blueme. Il primo tratto è molto ripido e porta diritto a Margel attraverso pascoli e prati fioriti. Qui, dopo una bella sgambata, ci si può sedere su una panchina a riposare e ad ammirare il lago di Thun incorniciato dalle Alpi bernesi. Dopo Tschingelallmi, si imbocca un sentiero forestale dissestato che attraversa un bosco incantevole. Abeti ad alto fusto si stagliano da un tappeto verde brillante di cespugli di mirtilli, interrotto qua e là da tronchi d’albero ricoperti di muschio. L’ultima salita fino a Blueme non è impegnativa. Ai piedi della torre panoramica ci sono aree barbecue perfettamente attrezzate. La discesa si snoda prima lungo un sentiero forestale, poi su un tratto ripido pieno di radici che conduce a Wolfsgrube. Da qui si prosegue sulla strada forestale, da dove, dopo una decina di minuti, si arriva a un sentiero a gradini che porta alla Clinica REHA di Heiligenschwendi.
Randonnée hivernale avec vue panoramique Nr. 1193
Verbier, Crettaz Cô — Verbier TV • VS

Randonnée hivernale avec vue panoramique

L’arrêt de bus «Verbier, Crettaz Cô» se trouve légèrement à l’écart des possibilités de restaurations. Mais la randonnée hivernale commence ici même. Suivre la route sur 100 mètres, tourner ensuite à gauche, traverser le quartier de Périn et passer le Centre Sportif. Dans la partie inférieure, en passant Les Pampras en direction de Chevillard, le chemin étroit n’est pas préparé, mais probablement toujours facile à parcourir. Le chemin parfaitement entretenu débute à une altitude de 1700 mètres environ, où plusieurs chemins, malheureusement sans toponymes, se croisent. L’itinéraire continue vers l’ouest à travers un magnifique tronçon boisé, puis grimpe petit à petit jusqu’au Mayen du Bri en passant par Les Preteires. La vue s’étend toujours plus loin, notamment jusqu’aux sommets du Grand Combin ainsi que vers l’ouest, où des sommets de granit anguleux marquent le début du massif du Mont-Blanc. Encore une dernière petite montée pour rejoindre Les Planards, où deux restaurants de montagne tentent d’attirer des clients. Tous deux offrent le même panorama donc le choix se fera en fonction des menus qu’ils proposent. La descente emprunte le même chemin. Il est cependant également possible de bifurquer à l’est depuis Le Mayen du Bri jusqu’au Sonalon. Il s’agit ici des maisons les plus hautes de Verbier. De là, les chemins pour descendre jusqu’à Verbier sont nombreux. Peu importe l’itinéraire emprunté, cela vaut la peine de se promener dans les rues principales avec leurs boutiques et restaurants. Malgré sa grande taille, une grande partie du village a été construite en bois et on n’y trouvera pas de constructions en béton démesurées. Il est pratiquement inévitable de ne pas entendre parler suédois ici ou là. En effet, Verbier reste une destination populaire auprès des hôtes scandinaves. Le chemin du retour se fait en bus ou en télécabine, qui se situe à l’extrémité est de Verbier.
Engadiner Schneetraum im Val Fex Nr. 1134
Sils/Segl Maria, Posta • GR

Engadiner Schneetraum im Val Fex

Friedrich Nietzsche, Hermann Hesse und Thomas Mann, Richard Strauss, Rod Stewart und David Bowie, Charlie Chaplin, Albert Einstein - das Dorf Sils Maria hat ein sehr illustres Gästebuch. Das Oberengadin lockte früher und auch heute viele Künstler an, welche sich von der Landschaft beflügeln lassen. Wer sich auch von der märchenhaften Winterstimmung inspirieren lassen möchte, dem sei diese Winterwanderung im Val Fex ans Herz gelegt. Für Abwechslung ist gesorgt: die Route führt der rauschenden Fedacla entlang, zwischen schneebedeckten Nadelbäumen oder unter einer Holzgalerie durch. Von der Busstation aus gelangt man der Chesa Alva entlang bis zum Hotel Privata, wo die Winterwanderung durchs Val Fex beginnt. Anfangs ist der Weg flach, aber mit der Zeit beginnt ein leichter Aufstieg. Nach kurzer Wanderzeit ist die rustikale Holzgalerie erreicht. Der Weg wird danach in Richtung Fex Platta ein wenig steiler. Der gut präparierte Winterwanderweg ermöglicht es auch Kindern, diese Wanderung problemlos anzutreten. Nach einem etwa 30-minütigen Marsch ist Fex Platta erreicht. Dort, auf 1890 m. ü. M. befindet sich die Pension Chesa Pool. Die Terrasse verleitet einen, Platz zu nehmen und ein warmes Getränk in der Sonne zu geniessen. Nach der kurzen Pause führt der Winterwanderweg zuerst über eine kleine Brücke und an einem Ziegengehege vorbei zum nächsten, diesmal etwas kürzeren, Aufstieg. In Fex Crasta angekommen erblickt man das Hotel Sonne Fex. Etwa 30 Minuten später tritt man an eine Kreuzung. Wer die Aussicht von der Aussichtsplattform Güvè bestaunen möchte, wandert eine knappe Viertelstunde steil den Hang hinauf. Die Mühe lohnt sich allemal. Wieder unten biegt man an der Kreuzung links ab. Ab hier wird eine gute Stunde benötigt, um erneut am Startpunkt anzukommen. Der Winterwanderweg führt durch den Wald und wird kurze Zeit mit den Langläufern geteilt. Sobald man aus dem Wald kommt treffen viele Wege aufeinander und führen zurück zur Bushaltestelle.
Nevère del Monte Generoso Nr. 1588
Generoso Vetta • TI

Nevère del Monte Generoso

Stili diversi si incontrano sul Monte Generoso! Di fronte alla stazione a monte della Ferrovia Monte Generoso, il ristorante «Fiore di pietra» accentua il fascino questo luogo dal 2017. L’architetto di fama mondiale Mario Botta ha creato per la montagna di casa un’opera di torri in pietra e facciate di vetro a specchio, la cui forma ottagonale ricorda un fiore. A poco meno di un chilometro, invece, un ripido pendio ospita reperti archeologici del XVIII e XIX secolo: le nevère, frigoriferi di pietra. Questi piccoli monumenti raccontano di un'epoca in cui il monte era ancora nelle mani dei contadini che, dovendo conservare il latte al fresco prima della produzione del burro, realizzarono costruzioni cilindriche in pietra, interrate per due terzi e coperte da un tetto piano. D’inverno venivano riempite di neve per poi conservarvi il latte d’estate. In un semplice percorso ad anello se ne possono ammirare 11. Dopo l’arrivo in treno però è d’obbligo andare alla vetta che regala una vista indimenticabile sul Ticino meridionale, sul Piemonte, sulle Alpi e sul lago di Lugano. Poi si torna alla stazione da cui inizia il percorso in direzione di Piana e Nadigh, alpi deserte, dove si trovano tre nevère. All’Alpe Nadigh si può anche scendere in una grotta di neve. Poi si prosegue fino all’Alpe Génor, un vero gioiellino, seguendo uno storico muro di lastre in pietra. Su una panchina sotto gli alberi si può assaporare il silenzio, finché inizia a far caldo. Infine, sotto al sole si giunge ad un sentiero che porta dalla stazione Bellavista alla vetta del Monte Generoso. Qui, si trova l’ultima nevèra. Sull’alpe pascolano ancora delle mucche, che si riparano all’ombra dell’opera di Botta.
Da San Lucio al Monte Bar Nr. 1589
Bogno — Corticiasca • TI

Da San Lucio al Monte Bar

Vicino all'ex edificio di confine a Bogno, il sentiero si dirama dalla strada e sale alla Val Giumela verso l’Alpe di Cottino, attraversando boschi ombrosi. Lungo il percorso, dei cartelli raccontano la storia della valle che, dopo devastanti catastrofi causate dallo sfruttamento eccessivo del suolo, fu rimboschita a partire dagli anni 1880. Oggi, nella Val Colla c’è molto più bosco di 150 anni fa e le alpi sotto la Gazzirola minacciano di diventare boschive. Per prevenire gli arbusti, sull’Alpe di Cottino pascola una mandria di 360 mucche. Un’ultima breve salita porta alla Capanna San Lucio. Vicino si trovano il Passo di San Lucio, l’omonimo rifugio italiano e la chiesa medievale di San Lucio. La vista è spettacolare: dall’italiana Val Cavargna fino al lago di Como, dalla Val Colla fino al lago di Lugano e il Monte Rosa. Dietro il Rifugio San Lucio il sentiero prosegue fino all’Alpe Pietrarossa e in direzione del Monte Bar. Si snoda attraverso un terreno quasi sempre alla stessa altitudine. Sull’Alpe Pietrarossa ci sono mucche, capre e pecore per la produzione di formaggio. Procedendo fino al rifugio Piandanazzo si mantiene l’altitudine e percorrendo la strada forestale si raggiunge la Capanna Monte Bar che ricompensa del cammino con il suo splendido panorama. L’ultimo tratto del sentiero attraversa l’Alpe Mugatina, prati e boschi e giunge a Corticiasca e alla stazione del bus.
Gastlichkeit in Hoch Ybrig Nr. 1198
Hoch-Ybrig, Talst. Weglosen — Druesberghütte • SZ

Gastlichkeit in Hoch Ybrig

Der Atem dampft in der kalten Morgenluft, irgendwo ist das Krächzen eines Vogels zu hören – sonst unterbricht nur das regelmässige Knirschen der Schneeschuhe die Stille. Auf dem Weg zur Druesberghütte ist das nicht immer so: Die Aufstiegsspur teilen sich nämlich Skifahrer, Schneeschuhläufer, Winterwanderer – und etwas später am Tag auch die Schlittler bei ihrer rasanten Talfahrt. Dennoch ist der Aufstieg ein Genuss, vor allem wenn die Tannen und Berggipfel mit einer dicken Schicht Neuschnee überzogen sind. Von der Station Weglosen folgt der Pfad entlang dem Talboden, bevor es kurz steil den Hang hochgeht, um die erste Kehre abzukürzen. Der Pfad folgt weiter dem Fahrweg in weiten Bogen den Chäserenwald hoch, bis bei 1420 m die winterlichen Alpweiden betreten werden. Bis zur Hütte sind es noch eine halbe Stunde und 160 Höhenmeter, und es bleibt die Wahl, entweder weiter dem gepfadeten Winterweg zu folgen oder querfeldein zur Druesberghütte zu stapfen. Vielleicht ist sogar noch etwas Puste vorhanden, um eine Extraschlaufe Richtung Sattlerhütte oder zur Druesberg-Kapelle einzubauen. Auf jeden Fall gibt’s bei der gastlichen Druesberghütte, welche auch 50 Schlafplätze aufweist, eine zünftige Pause: Fondue, Speckrösti oder Zuger-Räuberschüblig vermögen auch die hungrigsten Mägen zu beruhigen. Die strahlende Sonne und die herrliche Aussicht auf die Ybriger-Berge lassen die Zeit schnell vergehen und es stellt sich bald die Frage, nach der Art des Fortbewegungsmittels für den Abstieg: Zur Auswahl stehen nebst den eigenen Schneeschuhen der Snow-Gämel (ein auf einem Carvingski montierter, mit seitlichen Handgriffen steuerbarer Hocker), Schlitten, Schneekamel oder Schneeträmli. Alle diese fahrbaren Untersätze können bei der Hütte gemietet werden. Immer diese Entscheidungen…
Alle porte di Lucerna sopra il Rontal Nr. 1585
Luzern, Unterlöchli — Gisikon-Root • LU

Alle porte di Lucerna sopra il Rontal

Sabato sera si è fatto tardi e la domenica è già iniziata da un pezzo. Vale la pena arrabbiarsi perché si è perso il primo treno per le montagne? Il sentiero alto di Rontal, direttamente alle porte della città di Lucerna e perfettamente collegato con i mezzi pubblici, offre la possibilità di fare una splendida escursione con tante fantastiche esperienze. Il percorso parte dalla stazione di Unterlöchli, raggiungibile in dieci minuti in autobus dalla stazione ferroviaria di Lucerna. Il sentiero alto di Rontal è costantemente segnalato da segnavia bianchi. È stato aperto nel 2018 in stretta collaborazione con i Comuni per consentire alla popolazione di fare un'escursione circolare. A tal fine è stata completata la rete di sentieri esistente e sono state installate delle belle panchine per la sosta e tre splendide aree barbecue. Ci sono molte cose da scoprire, sempre in alternanza tra campi aperti e boschi tranquilli, lontani dallo stress quotidiano. Dopo aver attraversato il primo romantico ruscello, il sentiero pianeggiante attraversa frutteti e si snoda lungo un biotopo e attorno a vivaci fattorie, alcune delle quali offrono anche prodotti locali. Da Spächte in poi, il sentiero prosegue su un lungo tratto asfaltato e attraversa una strada molto trafficata a Oberdierikon. In seguito diventa decisamente più faticoso. Il sentiero sale piuttosto ripido e inizia così la vera e propria escursione. In parte come sentiero, ora si snoda a lungo nel bosco, attraversando ripide gole in parte su gradini. Un’area barbecue con tavoli e panchine invita a fare una sosta prima di tornare a Obermettlen con vista sul Rontal. Da Unterkienzen si lascia il sentiero alto e si torna nel mondo civilizzato, lungo tratti piuttosto ripidi e in parte su strade in discesa verso la stazione ferroviaria di Gisikon-Root. Da qui il treno ritorna a Lucerna in un quarto d’ora. Così resta ancora abbastanza tempo per trascorrere una tranquilla serata domenicale con gli amici.
Unterwegs im Land der Seidenbänder Nr. 1529
Sommerau — Rothenfluh • BL

Unterwegs im Land der Seidenbänder

Auf dieser Wanderung wandelt man auf den Spuren der Posamenterei, die einst die Region prägte. Die hiesige Bevölkerung lebte lange Zeit von der Seidenbandweberei, fast in jedem Haus stand damals ein Webstuhl. In den besten Zeiten arbeiteten etwa 10 000 Heimarbeiterinnen und Heimarbeiter an den Webstühlen, um die Schönen und Reichen dieser Welt mit edlen Seidenbändern auszurüsten. Tempi passati: Heute findet man die Bänder im Mai aber noch an den zahlreichen Maitannen, die als Symbol der Fruchtbarkeit an den Dorfbrunnen errichtet werden. Die Wanderung startet in Sommerau. Wer das Stück Asphalt am Anfang meiden will, läuft zuerst kurz dem Bahntrassee Richtung Giessen und Rünenberg entlang. Durch Wald und Feld geht es in das Tälchen hinein und in den Stierengraben, wo der Giessenfall einen eindrücklichen Einblick in den Tafeljura bietet: Er fällt über eine Halbarena aus geschichtetem Fels herunter. Danach geht es Richtung Rünenberg, durchs Dorf und weiter über Felder mit Kirschbäumen. Ein Abstieg führt ins Eital, in dessen Nordseite ein Höhlensystem verläuft. In die Bruderhöhle kann beim Aufstieg einige Meter eingedrungen werden. Es lohnt sich, dafür eine Taschenlampe mitzunehmen. Bald ist Wenslingen erreicht. Während man die Felder und Weiden Richtung Oltingen durchquert, taucht man im Frühling in ein Meer von blühenden Kirschbäumen ein. Fürs Mittagspicknick empfiehlt sich der hübsche Oltinger Pfarrgarten. Dann führt die Wanderung entlang des Ergolzbaches zu einem weiteren Wasserfall, zu den Talweihern und schliesslich nach Rothenfluh.
Über die Melchsee-Frutt zur Tannalp Nr. 1533
Melchsee-Frutt • OW

Über die Melchsee-Frutt zur Tannalp

Die Rundwanderung zur Tannalp ist eine der zahlreichen Möglichkeiten auf der Melchsee-Frutt, im einfachen Gelände Wintersport zu treiben und den Schnee zu geniessen. Von der Bergbahnstation Melchsee-Frutt steigt man sich rechts haltend hinunter zum Frutt-Dörfli, einem veritablen Alpendörfchen, wo man sogar einkaufen kann. Dem rechten Ufer des Melchsees entlang geht es nun in Richtung der Kapelle. Sie steht auf einer kleinen Halbinsel, die in den gefrorenen Melchsee hineinragt. Man erreicht sie über eine Brücke und wandert rechts an ihr vorbei zum Distelboden und zur Talstation der Luftseilbahn auf den Bonistock. Dort wählt man den präparierten Winterwanderweg, der einen weiten Bogen in Richtung des gestauten Tannensees schlägt. Kurz bevor man zum See gelangt, führt der Weg dem Tannendamm entlang zum rechten Seeufer. Diesem folgt man nun auf dem Winterwanderweg bis zum Berggasthaus Tannalp, das am Rand des Alpweilers Tannalp steht. Der Rückweg ist bis zum Tannendamm gleich wie der Hinweg. Von hier führt eine zweite Spur in sicherer Entfernung zu den steilen Hängen und den Felsen des Bonistocks geradeaus zu den Gebäuden der Alp Mülleren. Und da ist auch wieder die Kapelle, die Schlaufe ist vollendet. Geht man an der Kapelle vorbei, erreicht man den Panoramalift. Damit lässt sich der kurze Anstieg bis zur Bergstation noch um 40 Höhenmeter verkürzen. Zwischen Hotels und Ferienhäusern hindurch findet man zurück zur Bergstation. Die Wanderung führt ohne grosse Auf- und Abstiege von See zu See. Dabei kann man das Panorama in vollen Zügen geniessen: Bonistock, Rotsandnollen, Graustock sowie Titlis und Wendenstöcke.
Hinauf zum Dent du Chamois Nr. 1535
Châtel-sur-Montsalvens — Estavannens-Dessous • FR

Hinauf zum Dent du Chamois

Was die Freiburger Sennen einst aus Grundnahrungsmitteln und vor Ort verfügbaren Zutaten kochten, erfreut sich heute nicht zuletzt bei hungrigen Wanderern grosser Beliebtheit: die Soupe de Chalet, bestehend aus Kartoffeln, Hörnli, Milch, wildem Spinat, Brennnesseln und, besonders wichtig, Doppelrahm und Greyerzer Käse. Der nahrhafte Imbiss lässt sich leicht selbst zubereiten und in einer Thermosflasche auf die Wanderung mitnehmen - man kann ihn sich aber auch auf der sonnigen Terrasse einer Greyerzer Berghütte servieren lassen, wie zum Beispiel der Pinte du Pralet im Vallée du Motélon. Die Alpwirtschaft bietet sich an für einen Zwischenhalt auf einer Wanderung mit Start in Châtel-sur-Montsalvens. Diese führt zunächst hinunter zum See und danach an dessen Ufer entlang auf einem Waldweg bis zum Bach Motélon. Man wandert, leider grösstenteils auf asphaltiertem Untergrund, eine knappe Stunde bis zur Pinte du Pralet. Nach dem Verzehr der Soupe de Chalet oder einer anderen regionalen Spezialität geht es rechts am Gasthof vorbei in den ersten Aufstieg des Tages zum Col de la Forcla, quer durch eine typische Greyerzer Landschaft mit saftigen Wiesen und malerischen Alphütten. Vom Pass erreicht man über einen steilen Pfad den Gipfel des Dent du Chamois - die Mühe lohnt sich, kommt man doch in den Genuss eines herrlichen Ausblicks auf die Freiburger Voralpen. Zurück geht es auf demselben Weg bis zum Col de la Forcla und dann hinunter in Richtung Estavannens-Dessous, zuerst über Weiden und danach auf kleinen Landstrassen und Feldwegen bis zum Tagesziel.
Auf Schneeschuhen auf den Gumm Nr. 1532
Melchsee-Frutt • OW

Auf Schneeschuhen auf den Gumm

Die Gondel der Bahn auf die Melchsee-Frutt entlässt die Gäste in ein veritables Alpendörfchen, das man erreicht, indem man ab der Bergstation ein kleines Stück Richtung See hinunterwandert. Die Schneeschuhe bleiben dabei auf dem Rucksack und werden erst im Distelboden angeschnallt. Nun geht es den pinken Stangen entlang hinauf Richtung Gumm, der Bergkante, die vom Balmeregghorn via Ärzegg zur Tannalp verläuft. Das Gelände ist nirgends steil, ausserdem leicht gewellt und darum äusserst abwechslungsreich. Ideales Schneeschuhgelände also. Vom höchsten Punkt, dem Kreuz auf 2141 m ü.M., führt der Schneeschuhtrail in direkter Linie Richtung Nordost auf das linke Ufer des Tannalpsees und auf das Berggasthaus Tannalp zu. Dieses steht am Rand eines Alpweilers und versprüht den «Charme» einer ehemaligen Militärunterkunft. Die Schneeschuhwanderung ist hier vorbei. Der zweite Teil ist eine gemütliche Winterwanderung. Sie führt entlang des rechten Ufers des Tannenalpsees zur Melchsee-Frutt. Statt über das Frutt-Dörfli zu wandern, kann man nun auch den Panoramalift nehmen. Zwischen Hotels und Ferienhäusern hindurch findet man zurück zur Bergstation. Gute Schneeverhältnisse vorausgesetzt, lässt sich diese Schneeschuhwanderung bis Ende Wintersaison machen. Meistens ist die Wintersaison Anfang April vorbei. Dann nämlich, wenn unten im Tal die ersten Blumen blühen und weniger der Schnee als vielmehr der See lockt. Dann machen oben auf der Melchsee-Frutt die Hotels und Restaurants dicht, und die Mitarbeiter der Bahnen rüsten auf die Sommersaison um.
Bahnwanderung im Appenzell Nr. 1534
Heiden — Wartensee • AR

Bahnwanderung im Appenzell

Diese Wanderung folgt der Strecke der Rorschach-Heiden-Bahn. Die gesamte Zugstrecke ist sieben Kilometer lang, davon werden fünfeinhalb mit Zahnrad zurückgelegt. Im Sommer und bei gutem Wetter fährt die Bahn mit geschlossenen und offenen Wagen. Letztere sind über 140 Jahre alt und stammen aus einer Zeit, in der Heiden als Kurort noch gleich bekannt war wie St. Moritz oder Zermatt. Kurz nach dem Wanderstart in Heiden folgt der erste Aussichtspunkt, der den Bodensee zeigt. Schon bald taucht der Weg in den Wald Richtung Heidentobel ab. Die Plätze rund um die Brücke über den Mattenbach laden zum Picknicken und Füssebaden ein. Die gesamte Wanderstrecke führt in Fahrtrichtung links mehr oder weniger nah der Bahnstrecke entlang. Baumstämme, Vogelhäuschen und Schindelhäuser sorgen für eine kurzweilige Wanderung. Kurz nach Unterau verzweigt sich der Weg. Er folgt stets dem Wegweiser Richtung «Wiehnacht» und umgeht Schwendi. Etwas oberhalb der Bahnstation Wienacht-Tobel wartet eine Feuerstelle inklusive Feuerholz und Grill. Von hier geht es weiter durch Wald nach Wartensee. Die Strecke eignet sich als Familienwanderung: Jede halbe Stunde kommt man an einer Haltestelle vorbei und kann in den Zug steigen - gerade mit Kindern schafft das grosse Entspannung. Zum Schluss zieht das Schloss Wartensee mit alten Steinmauern, kreuzförmigen Lichtschlitzen und einer Ritterrüstung Gross und Klein in seinen Bann. Früher tatsächlich eine Ritterburg, ist es heute Hotel, Restaurant und Konferenzort.
Auenlandschaft vor den Toren Basels Nr. 1531
St-Louis, Pet. Camargue • EU

Auenlandschaft vor den Toren Basels

Kleine und grosse Entdecker werden in der Petite Camargue Alsacienne fast automatisch zu Hobbyornithologen. Denn einmal vom Beobachtungsfieber ergriffen, beginnen sie die Vogelstimmen zu erkennen. In die Klangwelten der Nachtigall taucht man auf dieser Familienwanderung, wenn man zwischen Mitte April und Ende Mai dem Pfad der Rue du Canal längs folgt und dann dem linken Ufer des Canal de Huningue. Denn Nachtigallen halten sich am liebsten an Uferböschungen auf. Der Sentier de la Mittlere Au biegt vom Canal bald links in das Herz der Petite Camargue Alsacienne ein. Er führt durch Wald und schlängelt sich an Wasserarmen entlang, wo Schwäne nisten. Im Observatoire No 5 beobachtet man mit dem Fernglas die Wasservögel auf den entfernten Tümpeln. Beim Turm gabelt sich dann der Weg. Die Kinder haben die Qual der Wahl: Was zuerst? Links zum Observatoire No 6, dem vielleicht spannendsten Beobachtungspavillon am Étang U, weil er direkt am Wasser steht und die Bäume voller Nester hängen, oder geradeaus zum Étang Nord? Die zwei Wege treffen sich an der Pisciculture, der ehemaligen Kaiserlichen Fischzuchtanstalt, wo sich heute die Verwaltung des Naturschutzgebietes und die Forschungsstation der Uni Basel befinden. Picknickplätze laden hier zur Rast ein, und einen Kaffee kann man an Wochenenden meist auch ergattern. Ist man beim Haus Iris in den Weg eingebogen, wird Kindern das Hydroplantarium gefallen. Dort können sie auf den Stegen liegen und die Wasserwelt beobachten. Man befindet sich dann schon auf der richtigen Route zurück zur Bushaltestelle, auf der Rue de la Pisciculture.
Géologie de la colline du Hirnichopf Nr. 1528
Nunningen, Oberkirch — Wasserfallen • SO

Géologie de la colline du Hirnichopf

C’est le monde à l’envers dans le Jura plissé: les collines sont devenues des vallées, les vallées des collines. Les géologues nomment ce phénomène l’inversion du relief. Il résulte de l’érosion qui a détruit de hautes chaînes de montagnes. C’est arrivé à Nunningen, comme l’explique un panneau aux ruines de Gilgenberg. On y accède à travers les alpages depuis l’arrêt «Nunningen, Oberkirch». Depuis les ruines, le chemin passe sous le flanc ouest de la Geissflue, rejoint Chrüzboden, puis continue sur la droite vers Meltigerberg. Pour rejoindre le Hirnichopf, il faut d’abord suivre la route. Les randonneurs traversent des pâturages, empruntent une route forestière, puis un chemin à travers bois jusqu’au sommet. De là, ils parcourent le Zinglenberg, au-dessus des falaises abruptes de la Roti Flue, jusqu’au Nunningenberg. Des notions de géologie permettent d’associer ces collines et ces vallées à des chaînes de montagnes. Le col encaissé de Ulmethöchi devient alors une colline, le Geitenberg une vallée. Depuis le Nunningenberg, les randonneurs traversent les prairies sur la droite, puis suivent la route vers le Stierenberg. L’itinéraire monte, puis redescend à travers de maigres pâturages vers Ulmethöchi, puis traverse de riches alpages en direction du Geitenberg. Peu avant la ferme de Bürten, le chemin bifurque à droite vers le Schattberg. Après avoir emprunté une brèche dans la roche, on débouche sur la colline de Vogelberg, puis on remonte jusqu’au Passwang. Le chemin traverse une forêt clairsemée le long de l’arête rocheuse du Passwang, atteint Hintere Wasserfallen, puis monte jusqu’à la station supérieure de la télécabine de Wasserfallen.
In alto sopra la Valle Maggia Nr. 1584
Ponte Brolla — Maggia • TI

In alto sopra la Valle Maggia

Un mare di felci, un ponte di pietre sapientemente accatastate una sull’altra, tre asini vicino alla scarpata: nella piccola valle lungo il torrente Ri da Riei regna la tranquillità. Solo la cima del Colma lo separa dalla più frequentata Valle Maggia e crea un mondo selvaggio dove piante e alberi possono crescere intatti. Case di pietra abbandonate e in parte diroccate sono testimoni di un’epoca passata. L’inizio dell’escursione a Ponte Brolla è impressionante: non appena si guarda dal ponte nelle limpide acque turchesi coperte solo da alcune foglie di palma, ogni preoccupazione quotidiana è bell’e dimenticata. Dopo Tegna il sentiero sale ripido su lastre di pietra fino alla piccola cappella di Sant’Anna. Vale la pena voltarsi: la vista sul delta del fiume Maggia e sul lago Maggiore è grandiosa. Attraverso la valle incantata lungo il Ri da Riei si raggiunge la frazione di Streccia, che fa da spartiacque. Castagni giganteschi, tronchi cavi e tronchi d’albero costeggiano di tanto in tanto il sentiero. Una tavola informativa spiega che i castagni si definiscono giganti a partire da una circonferenza di sette metri. Intorno a Dunzio se ne trovano tre esemplari. Hanno un’età compresa tra i 350 e i 700 anni, e sono sopravvissuti a incendi boschivi, malattie e fulmini. Sono considerati monumenti naturali d’importanza nazionale. Da Dunzio, il sentiero si snoda per alcuni chilometri su una stradina asfaltata, prima di trasformarsi nuovamente in un sentiero escursionistico a se stante. Lentamente ci si immerge nella Valle Maggia abitata. Tra i ben conservati paesini di Aurigeno e Moghegno ci attende un’altra attrazione della regione: la piccola deviazione verso la cascata del Ri di Dentro, che si riversa su uno spigolo roccioso in una pittoresca conca. Attraverso il nuovo ponte, raggiungiamo Maggia, la nostra destinazione finale.
 Terrazza rocciosa sopra Naters Nr. 1583
Brig — Blatten bei Naters • VS

Terrazza rocciosa sopra Naters

Circa 100 anni fa, il Blindtälli tra Geimen e Blatten era una vasta superficie all’aperto che i contadini utilizzavano per il pascolo dei manzi. Solo più tardi furono piantate conifere per ottenere il legno da usare come combustibile e materiale da costruzione. E così nacque il bosco delle streghe. Enormi massi ricoperti di muschio, caduti dalle ripide pareti rocciose, rendono la valle un luogo incantato. Ci si può davvero immaginare che le streghe danzassero di tanto in tanto in questo posto. L’escursione inizia dalla stazione ferroviaria di Briga e conduce dapprima su un tratto asfaltato all’interessante centro storico di Naters. Qui inizia la salita, inizialmente molto ripida, attraverso lo Strahlgässli per Hegdorn. Il tratto successivo fino a Geimen si snoda lungo uno stretto sentiero in un paesaggio caratterizzato da gobbe tondeggianti formate da ghiacciai, e offre splendide vedute panoramiche sulla regione del Sempione e lo sguardo può spingersi a valle fino a Briga. Lungo il percorso si passa davanti alla futuristica cappella di St. Laurentius, dove si trova un’area barbecue perfettamente attrezzata. Poco dopo Geimen ci si addentra nell’incantevole bosco nel Blindtälli. Subito all’inizio si dovrebbe prendere la deviazione per lo spiazzo Valpurga, una mistica radura dove si trova una bellissima area picnic con barbecue vicino al ruscello. Più in alto ci sono altri punti barbecue, l’ultimo dei quali presso la cascata poco prima della ripida salita finale verso Blatten. Poiché il percorso incrocia più volte la strada tra Briga e Blatten, l’escursione può essere accorciata a piacimento. Chi vuole evitare il ripido tratto iniziale scende dall’autopostale a Hegdorn per raggiungere dopo una decina di minuti il sentiero escursionistico presso la cappella. Oppure si può terminare l’escursione a Geimen se fa troppo freddo per attraversare il Blindtälli.
Auf dem Grenzpfad im Napfbergland 2 Nr. 1541
Luthern Bad — Fankhaus (Trub), Schulhaus • LU

Auf dem Grenzpfad im Napfbergland 2

Zu Beginn gibt es gleich ein Wunder: Nach der frühmorgendlichen Anreise mit dem einzigen Postautokurs nach Luthern Bad fröstelt es einen noch etwas, wenn man seine Arme und Füsse in die unterirdischen, kalten Bäder steckt. Aber die Badbrünneliquelle soll heilend sein, also hofft man auf die Heilkraft des Wassers, die im Jahr 1581 Jakob Minder von 20 Jahre langer Gicht befreit haben soll. Derart gestärkt geht es über Feldwege steil hinauf Richtung Napf, vorbei an den Wirtschaften Badegg und Niederenzi. Ab Letzterer ist die Wanderung eine aussichtsreiche, deren Pfad einen schon bald über Weiden, durch Wald und entlang der Napfflue bis auf den Napf leitet. Hier sind bei klarem Wetter unzählige Gipfel von Titlis über Eiger, Mönch und Jungfrau bis zur Jurakette zu sehen - sowie das umgebende Högerland von Emmental und Entlebuch. Alleine geniesst man die Aussicht hier aber kaum einmal, weshalb der zweite Teil der Wanderung attraktiv ist, die weiter der Grenze zwischen Luzern und Bern folgt. Hat man die Stächelegg und Trimle mal hinter sich, wandert man immer wieder auf dem Grat. Erneut führt die Wanderung durch Wald und Wiese, immer wieder unterbrochen von aussichtsreichen Stellen, die nicht selten mit Bänken versehen sind. Grössere Auf- und Abstiege halten sich in Grenzen. Zu Füssen liegt der tief eingekerbte Fankhusgraben. Es ist ein friedliches Wandern hier. Kurz nach Hängeleflue lohnt sich ein Abstecher zur Besenbeiz auf der Schwesternbodenalp mit seiner Emmentaler Bauernhofglace. Das kleine Wunder ist spätestens auf dem Champe- chnubel gegessen.
Auf dem Grenzpfad im Napfbergland 1 Nr. 1540
Eriswil, Hinterdorf — Luthern Bad • BE

Auf dem Grenzpfad im Napfbergland 1

Die Reformation sollte bleiben, wo sie war. Die katholischen Luzerner hatten keine Freude am neuen Glauben, der im 16. Jahrhundert das Land erfasste. Also musste die Grenze zum reformierten Kanton Bern deutlich gekennzeichnet sein, zumal man mit den Nachbarn immer wieder Grenzstreitigkeiten austrug. 1565 erliess Ritter Schultheiss von Luzern den Befehl, im Napfgebiet auf dem Grat zwischen dem bernischen Eriswil und dem luzernischen Luthern eine Hagstelli zu errichten, eine unverrückbare Baumreihe aus Buchen, Ahornen, Eschen und Fichten. Sie überlebte die Feindseligkeiten zwischen den beiden Kantonen, und es gibt sie - mit Lücken - heute noch. Sie steht gar unter Denkmalschutz. Einzelne Bäume werden auf über 400 Jahre geschätzt. Wer die lebendige Grenze besuchen will, muss erst das Ahorn erklimmen: im eineinhalbstündigen Waldaufstieg ab Eriswil Hinterdorf. Nach einem Abstecher zur Alp Brestenegg folgt die Tour der Hagstelli. Besonders schöne Abschnitte warten nach dem Ahorn und bei der Alp Ober Scheidegg, wo die Baumreihe weitgehend intakt ist. Das Napfbergland ist wild und zerfurcht, bisweilen hat man das Gefühl, man laufe im Kreis. Spätestens nach dem Aufstieg auf den Hochänzi weiss man, dass dem nicht so ist. Vor einem grüsst der Napf, am Horizont stehen, hübsch aufgereiht, die Berner Alpen Spalier. Noch einmal ist bis Niederenzi ein Einschnitt zu überwinden, dann bleibt das reformierte Bern zurück, und man steigt auf lauschigen Wald- und Wiesenpfaden ab zum Wallfahrtsort Luthern Bad. Das Badbrünneli mit dem Heil bringenden Wasser wird von Pilgern aus aller Welt besucht - auch von Bernern.
An den Ufern des Lac de Joux Nr. 1538
Vers chez Grosjean — Le Rocheray • VD

An den Ufern des Lac de Joux

Wer durch die ruhige und friedliche Landschaft des Vallée de Joux wandert, kann gut verstehen, weshalb sich hier einst eine lebhafte Uhrenindustrie entwickelte - zunächst als Nebenerwerb auf den Bauernhöfen und später in Werkstätten und Fabriken. Die mehrheitlich flache, gerade auch für Familien gut geeignete Wanderung entlang der Ufer des Lac de Joux ist geprägt von dieser besonderen Atmosphäre. Nach dem Start bei der Bushaltestelle «Vers-Chez-Grosjean» geht es zunächst in Richtung Westen. Der Weg, vorbei am Camping à la Ferme, ist auf etwa einem Kilometer Länge asphaltiert, doch wird man dafür mit einer herrlichen Aussicht auf den See entschädigt. Auf der Höhe von Les Bioux lädt die Buvette «Altitude 1004» zu einer Rast ein. Nach Bas des Bioux verlässt die Route das Ufer und führt in das Marschgebiet Tête du Lac. Holzstege sorgen dafür, dass die Füsse trocken bleiben. Am unteren Ende des Sees folgt man, nun in nördlicher Richtung, einige Hundert Meter weit der Strasse nach Le Sentier, bevor der Weg abzweigt und man über Felder und durch ein Waldstück hindurch schon bald wieder das Ufer erreicht. Weiter geht es erneut auf asphaltiertem Untergrund, mit Blick auf das Südufer oder den Dent de Vaulion im Osten. Unterwegs finden sich immer wieder Picknickplätze. Am Tagesziel in Le Rocheray führt eine Strasse hinauf zur Bahnstation der Linie Le Brassus-Vallorbe.
Versinken im riesigen Risoux-Wald Nr. 1537
Le Brassus — Le Sentier • VD

Versinken im riesigen Risoux-Wald

Der Risoux-Wald ist riesig: Er zieht sich der Grenze zu Frankreich dem ganzen Vallée de Joux entlang. Wer sich hier einen Tag verlieren will, kann dies ohne Probleme tun, ist aber gut beraten, dabei die Wege nicht zu verlassen und eine Karte mitzunehmen. Denn der Wald sieht überall ähnlich aus - sogar heimische Förster haben schon zugeben müssen, sich verlaufen zu haben. Der Wald gibt dem Wanderer bald das Gefühl, im Nirgendwo unterwegs zu sein. Es ist ein idyllischer Ort, denn man weiss, dass einem hier nichts passieren kann. Anders erging es im Zweiten Weltkrieg den Spionen und den Juden. Erstere nutzten den Wald, um ihre Informationen an ihren Geheimdienst weiterzugeben. Und Letztere flohen aus dem besetzten Frankreich vor den Deutschen - mithilfe von mutigen Schwei- zern und Franzosen. Wer hier unterwegs ist, kann nachfühlen, wie sie sich wohl gefühlt haben mögen im nächtlichen Wald, immer auf der Hut, nicht entdeckt zu werden. Die Wanderung muss man sich am Anfang und am Ende mit je einem Stück auf Asphalt verdienen. Eine Aussicht aufs Vallée de Joux, weidende Kühe und blühende Felder lenken aber ab. Den Wald durchquert man dann erst auf Forstwegen, ab dem Refuge Rendez-Vous des Sages auf schmaleren Wanderwegen. Hier trafen sich jeweils die französischen und Schweizer Schlepper, um einander die Flüchtenden zu übergeben. Dieses Refuge ist nicht das einzige, immer wieder taucht eines auf. Die kleinen Hütten haben meist Feuerstellen und im Innern einen Holzofen und sind damit ideale Plätze, um eine Wurst zu bräteln. Übernachten ist aber verboten. Bei La Gèque kann man kurz die Schweiz verlassen, um in der Alp Chalet de la Jaique einzukehren. Danach steht der Abstieg nach Le Sentier an.
Die Trockenmauern des Mont Tendre Nr. 1536
St-Cergue — Le Pont • VD

Die Trockenmauern des Mont Tendre

Die Trockenmauern sind für das Vallée de Joux, was die Chinesische Mauer für das Reich der Mitte ist: ein unverwechselbares Wahrzeichen. Die ganz ohne Mörtel errichteten Bauwerke aus Natursteinen sind Zeugen einer traditionellen Handwerkskunst, die kürzlich von der Unesco in die Liste des immateriellen Kulturerbes der Menschheit aufgenommen wurde. Ursprünglich dienten die Mauern als Grundstücksbegrenzungen und trugen zum Entsteinen der Weiden bei. Als Folge der Veränderung der Landwirtschaft in den 1950er-Jahren wurden viele von ihnen nicht mehr instand gehalten. Mittlerweile werden sie wieder restauriert, was nicht nur Wanderer freut, sondern auch viele Tier- und Pflanzenarten, die sie als Lebensraum nutzen. Auf der zweitägigen Wanderung von Saint-Cergue über den Col du Marchairuz bis nach Le Pont lassen sich einige schöne Trockenmauern bestaunen. Schon bald nach dem Start beim Bahnhof von Saint-Cergue und einem ersten Anstieg findet man sich mitten in der grünen Natur des Waadtländer Juras wieder. Entlang der Route 5 von Schweizmobil geht es, im Wechsel zwischen Weiden und Wäldern, bis zum Col du Marchairuz. Eine besonders schöne Aussicht bietet sich unterwegs vom Crêt de la Neuve. Nach der Übernachtung im Hôtel du Marchairuz führt die Strecke über hügeliges Gelände hinauf zum Mont Tendre und zu seinem 360-Grad-Panorama. Weiter unten, beim Punkt 1284, verlässt man die Route 5 und wandert über Les Croisettes nach L’Abbaye. Das letzte Teilstück folgt dem Ufer des Lac de Joux bis nach Le Pont.
Auf der Terrasse ob Brig VS Nr. 1363
Rosswald • VS

Auf der Terrasse ob Brig VS

Auf dieser Schneeschuhtour, die zwei Trails miteinander verbindet, gibt es dank der Lage von Rosswald gleich dreimal Gelegenheit zum Einkehren: Am Anfang, dann gleich nach der ersten Runde und ganz am Schluss nochmals. Der obere Schneeschuhtrail führt ausgehend vom Informationsbüro Rosswald zwischen den Chalets am Rand der Piste entlang aufwärts. Beim Parkplatz des Restaurants stapft man bis zu dessen Ende und folgt dem Trail in den Wald hinein. Höher oben kommt man an einer kleinen Kapelle vorbei, deren Türe im Winter zwischen den Schneewänden fast nicht mehr zugänglich ist. Nach den letzten Chalets führt die Route in den stillen Saflischwald, wo Pistenbetrieb und Häuser weit weg scheinen. Ohne Spuren von Vorgängern wäre der richtige Pfad im frisch verschneiten Wald nur schwer zu finden. An mächtigen Lärchen vorbeigehend, gewinnt man weiter an Höhe. Aus dem Wald aufgetaucht, ist der höchste Punkt der Schneeschuhwanderung auf etwa 2040 Metern erreicht. Am rechten Rand der blauen Piste geht es wieder abwärts. Bei schönem Wetter bietet der Abstieg eine wunderschöne Aussicht zu den Berner und Walliser Gipfeln. Wer nach eineinhalb bis zwei Stunden gerne noch weiter wandert, macht auch noch den unteren Zirkel, der etwa gleich lang ist. An der Bergstation der Luftseilbahn und der Steinhütte vorbei, wandert man in Richtung Resti. Vor sich ragen die verschneiten Gipfel der Simplonregion in den Himmel. Von der Alp Resti führen die pinken Markierungen abwärts bis auf die Forststrasse, der man bis zur Abzweigung «36-Weg» folgt. Zurück auf einem schmalen Pfad führt der Trail durch verschneiten Wald aufwärts und zurück nach Rosswald. Wie wäre es jetzt mit einem heissen Getränk zum Aufwärmen?