Escursionismo in estate

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Tragedie e trionfi sull’Eiger Nr. 1459
Wengernalp — g • BE

Tragedie e trionfi sull’Eiger

Le condizioni meteo erano davvero sfavorevoli quando nel 1952 un gruppo di soccorritori ligi al proprio dovere accorse all’appello mettendo a repentaglio la propria vita. Un velivolo militare americano era precipitato sul ghiacciaio del Guggi. 50 anni dopo il ghiacciaio ha dato alla luce parti del relitto. Ogni primavera i resti riaffioravano trasportati dalla neve delle valanghe fino al ciglio del sentiero. Oggi non restano più tracce dell’incidente, ma basta rivolgere lo sguardo al ghiacciaio del Guggi per rivivere la tragedia. Le imponenti masse di rocce e ghiaccio dell’Eiger, del Mönch e della Jungfrau danno la sensazione di poterle toccare, tanto sembrano vicine quando si scende dal treno a Wengernalp. Attraverso pascoli fioriti l’itinerario si snoda dapprima in piano fino a un boschetto dove attraversa il torrente Nesselbach. Passando sotto il tracciato dello skilift si prosegue salendo verso est all’Haaregg. È consigliabile fare una sosta per godersi la splendida vista, perché ora l’itinerario diventa piuttosto ripido. Ci si può ben immaginare la fatica dei partecipanti alla maratona della Jungfrau, che a settembre si inerpicano lungo la morena glaciale fino al traguardo a 2100 metri sul livello del mare. Dopo una buona ora e mezza si raggiunge la stazione Eigergletscher, il punto più alto dell’escursione. Durante i 40 minuti di discesa alla Kleine Scheidegg delle steli informative in legno spiegano l’emozionante storia della parete nord dell’Eiger, scalata per la prima volta con successo nel 1938. Lungo il sentiero i nomi di tutti gli eroici scalatori della parete nord sono incisi nella pietra. Ma anche quelli di oltre 60 alpinisti che su questa parete hanno perso la vita. Trionfi e tragedie sono davvero vicini qui nella regione della Jungfrau.
Fino al punto più alto di Delémont Nr. 1460
Delémont • JU

Fino al punto più alto di Delémont

Lasciando la pittoresca cittadina di Delémont in direzione ovest si incontra subito un paesaggio molto variegato, all’inizio ancora fortemente caratterizzato dall’agricoltura. Ai margini del paese si incontrano vacche e vitelli al pascolo, frutteti e in lontananza il sentiero è costeggiato da maestose querce e frassini. Presso il Château de Domont si può fare una capatina al Sentier didactique. In modo ludico, il percorso invita a scoprire con tutti i sensi la varietà e l’unicità della foresta. Proseguendo, il sentiero con una salita pressoché impercettibile passa per un bosco misto. Sono belle da ammirare anche le scabre rocce calcaree attraversate, in alcuni punti, da ruscelletti. Dopo una salita impegnativa si giunge al ristorante La Haute-Borne, dove gli avventori sono accolti calorosamente dalla famiglia Montavon e possono gustare deliziose specialità. Rifocillati, si passa quindi per il punto più alto del comune di Delémont (930 m) e si prosegue per un po’ attraverso foreste primordiali di abeti rossi, in parte buie e interrotte da faggeti meno fitti. Sul bivio per Le Vorbourg ci si imbatte nel Sentier Auguste Quiquerez. Contemporaneamente, il punto panoramico Le Béridier invita a una breve sosta, in cui lasciar vagare lo sguardo sulla piana intensamente coltivata del bacino di Delémont e sull’antistante catena montuosa del Giura. Lungo il dorso della montagna, l’itinerario prosegue fino alle rovine della fortezza di Béridier, quasi completamente distrutta dal terremoto del 1356. Infine, dopo una ripida discesa lungo stretti sentieri, si incontra un meraviglioso viale con vecchie querce nodose. Questo luogo merita senz’altro una breve sosta, semplicemente per osservare il vivace andirivieni fra le chiome degli alberi.
Dal villaggio rurale alla città sull’Emme Nr. 1461
Wynigen — f • BE

Dal villaggio rurale alla città sull’Emme

Nel tardo Medioevo la più importante via di comunicazione tra Berna e Lucerna passava, tra l’altro, per Burgdorf e Huttwil. Nelle immediate vicinanze di Burgdorf un tratto spettacolare di questo collegamento è costituito dalla cosiddetta «Leuenhöhle», una delle vie in trincea più impressionanti della Svizzera. Si tratta di una strada scavata a mano perpendicolarmente rispetto al pendio in pietra arenaria, usata fino al 1882 per il trasporto. Secondo fonti storiche incerte, nell’anno 1713 in questo luogo sarebbe stato commesso addirittura un omicidio, testimoniato ancora oggi da due croci scolpite nell’arenaria. L’escursione inizia a Wynigen, cittadina situata a circa 7 chilometri a nord-est di Burgdorf. Si parte dalla stazione ferroviaria di questo tranquillo paese di 2000 anime. Un paio di minuti più tardi, superati i primi 100 metri d’altitudine, ai margini del bosco presso Jumpfereblick si gode di una splendida vista in direzione del Giura. Da lì, lungo un sentiero piuttosto «monotono» si scende verso Bickigen attraverso l’Hirserewald. L’ultimo tratto offre un primo assaggio della «Leuenhöhle». La strada è infatti racchiusa da entrambi i lati da pareti di pietra arenaria. Attraverso l’Oberfeld la strada costeggia la graziosa frazione di Matten, dove si svolge a sinistra in una ripida salita e si raggiunge Hub, dopo aver attraversato il bosco pascolato. Attraverso la via principale del paese, si sale ancora fino al punto più alto dell’escursione. Il Cammino di San Giacomo prosegue poi sempre in discesa. Poco prima del ristorante Sommerhaus si incontra l’attrazione principale: circondati a un tratto da alte pareti di pietra arenaria, ci si addentra nella leggendaria «Via cava» descritta da Schiller nel Guglielmo Tell. Seguendo i margini del bosco si raggiunge dopo poco tempo il ponte di Wynigen con veduta sul castello di Burgdorf. Da lì si prosegue dritto fino al centro storico basso, dove si prendono le scale voltando a destra verso il parco cittadino e poco dopo si arriva alla stazione ferroviaria di Burgdorf.
Sentiero viticolo turgoviese Nr. 1462
Oberneunforn — d • TG

Sentiero viticolo turgoviese

Nel 1848 l’abolizione dei monasteri nel Canton Turgovia decretò la fine della comunità certosina di Ittingen. Il monastero continua ad esistere grazie alla positiva collaborazione di Stato, economia e popolazione, e oggi, oltre a ospitare un albergo, è divenuto un vivace centro culturale e congressuale. Ma grazie al museo turgoviese di belle arti integrato nel centro è accontentato anche chi ha interessi culturali. L’escursione parte dal tranquillo villaggio di Oberneunforn con le sue belle case a traliccio. Dopo mezz’ora di cammino si raggiungono i vigneti lungo l’Iselisberg. Qui le vigne disposte in bell’ordine e le casupole dei vignaioli fanno concorrenza al grandioso panorama sulla valle del Thur. Sul Schafferetsbuck, sotto una quercia secolare, si trova una tavola segnaletica delle Alpi davvero geniale. Vi sono indicate nei minimi dettagli più di 100 cime comprese fra il Säntis e l’Eiger. Vale dunque la pena di scegliere una giornata autunnale dal cielo terso per fare questa escursione. Passando per un bosco ricco di vegetazione, si prosegue verso la suggestiva Certosa di Ittingen dove è possibile rifocillarsi. Nel negozio del monastero è possibile riempire lo zaino di ogni genere di leccornie prodotte in loco. L’ultima tappa dell’escursione ci porta lungo la Murg attraverso l’omonimo parco rivierasco verso Frauenfeld, capoluogo turgoviese. Negli ultimi anni l’area militare piuttosto scialba è stata trasformata in una zona verde ricreativa, dove è possibile fare numerose scoperte e trovare ad esempio ghiandaie e tracce di castoro. Il parco si è meritato il premio Giardino 2017 insignito dalla Lega svizzera per la salvaguardia del patrimonio nazionale per essere riuscito a conciliare la biodiversità con la protezione contro le piene e le esigenze ricreative.
Rundwanderung im Val da Camp Nr. 1405
Camp • GR

Rundwanderung im Val da Camp

Einer der schönsten Bergseen im ganzen Alpenraum liegt im Val da Camp, einem Seitental des Puschlav. Zum Lagh da Saoseo führt eine einfache, abwechslungsreiche Bergwanderung. Ausgangspunkt ist die Alp Camp, Endstation der Postautolinie. Eine vorgängige Sitzplatzreservation ist zwingend, weil man sonst in den kleinen und engen Fahrzeugen entweder stehen muss und während der holprigen Fahrt tüchtig durchgeschüttelt wird - oder dann gleich gar nicht erst mitgenommen wird. Im Laufe der Jahrtausende haben Bergstürze das Tal an verschiedenen Stellen verschüttet, so dass sich dahinter die Bergbäche zu Seen aufstauten. Mehrere davon können auf Wanderwegen erreicht werden. Das eigentliche Kronjuwel ist der Lagh da Saoseo. Von weitem schimmert sein Wasser kobaltblau, doch wenn man am Ufer steht, erweist es sich als dermassen klar, dass man jeden einzelnen Stein am Seegrund erkennen kann. Obwohl am Ufer mehrere befestigte Feuerstellen bereitstehen, empfiehlt es sich, den Imbiss noch etwas aufzuschieben, denn der nächste Abschnitt der Wanderung besteht in einem recht steilen Aufstieg von 200 Höhenmetern. Anfänglich verläuft er im Wald, später oberhalb der Baumgrenze. Schliesslich erreicht man den Lagh da Viola, ein weiteres Bergsee-Bijou. Über die türkisblaue Wasseroberfläche hinweg sieht man talauswärts bis zur vergletscherten Südflanke des Piz Palü. Der Hang am Ostufer des Viola-Sees ist ziemlich steil, so dass der Zugang zum Wasser hier nicht so einfach ist. Es lohnt sich deshalb, den See zur Hälfte zu umrunden und die Rast auf der grossen, praktisch flachen Weide westlich des Sees vorzusehen. Im Mündungsbereich des Bergbachs lässt sich vortrefflich spielen, stauen und planschen. In leichtem Abstieg geht es danach zurück zur Alp Camp.
Auf Höhenwegen durch das Saastal Nr. 1401
Saas-Almagell — n • VS

Auf Höhenwegen durch das Saastal

Der «Erlebnisweg Almagellerhorn» ist ein spektakulärer Pfad, der entlang einer steilen Bergflanke ins idyllische Almagellertal führt. Der Ausgangspunkt Furggstalden ist vom Talboden der Saaser Vispa bequem mit der Sesselbahn oder zu Fuss auf einem Zickzackweg zu erreichen. Der Weg weist einige exponierte, wunderbar aussichtsreiche Passagen auf, die jedoch mit Metallstufen, Seilen und drei Hängebrücken bestens gesichert sind. Die Route eignet sich für trittsichere Berggänger; mit Kindern unter zehn Jahren benutzt man besser den direkten Aufstieg von Saas Almagell über Spissgraben ins Almagellertal. Kurz vor dem Leebach treffen die beiden Varianten zusammen. Danach geht es noch eine Weile durch Nadelholzbestände aufwärts. Vom Berghotel Almagelleralp an gibt es nur noch Weiden und vereinzelte karge Lärchen. Der Höhenweg führt bis auf gut 2500 m hoch und bietet eine grandiose Aussicht hinüber zur Kette der Viertausender rund um Saas-Fee. Meist ist das Trassee komfortabel breit. Einzig in der Flanke des Triftgrätji ist das Gelände etwas stärker exponiert, weshalb auch der Weg schmaler und zuweilen mit Seilen gesichert ist. Nach einer Rechtskurve rückt die Gondelbahnstation Kreuzboden ins Blickfeld - scheinbar zum Greifen nah. Bis man dort ist, dauert es allerdings noch geraume Zeit, denn der Weg beschreibt eine ausladende Kurve und führt durch ein ausgedehntes, eindrückliches Feld von mächtigen Granitblöcken. Das Gebiet Kreuzboden ist im Sommer ein ausgedehnter Familien-Vergnügungspark: Da gibt es einen grossen Spielplatz mit riesiger Rutschbahn und Plansch-Ecke; die Kleinen können auf Ponys reiten, während sich grössere Kinder mit einem Floss auf dem Seelein vergnügen. Für Erwachsene steht ein Wellness- und Genussweg mit Liegestühlen und Hängematten zur Verfügung.
Zur Wildhornhütte und über das Iffighorn Nr. 1141
Iffigenalp • BE

Zur Wildhornhütte und über das Iffighorn

Das Iffigtal ist mit Naturwundern verwöhnt. Kurz nach der Iffigenalp wandert man an einem ersten Wasserfall vorbei und steigt über die «Egge» auf. Ein schluchtartiger Durchgang folgt, und mit einem Mal steht man vor einem der lieblichsten Bergseen des Berner Oberlandes, dem Iffigsee. Dunkle Felswände auf der einen Seite, saftige Weiden auf der anderen Seite, bimmelnde Kuhglocken, eine Blumenpracht und mitten drin das tiefblaue Wasser des Iffigsees. Kein kitschiger Heimatfilm, alles echt. Hier vorbei führte wahrscheinlich auch die erste Passroute vom Simmental ins Wallis, wie Funde von Mauerresten und Ziegeln aus römischer Zeit belegen. Als der Gletschervorstoss im Mittelalter den Durchgang abriegelte, fand man eine Ersatzroute über den Rawilpass. Das Hüttenziel ist vom Iffigsee bereits zu sehen. Über Grashänge, durch eine steinige Schwemmebene und in einem letzten Anstieg ist die Wildhornhütte bald erreicht. Die SAC-Hütte liegt prächtig zwischen Niesenhorn und Schnidehorn, mit herrlicher Sicht durchs Iffigtal hinaus. Eine längere Pause bei Kaffee und Kuchen oder bei einem Hüttenmenü ist unvermeidlich. Noch schöner ist es natürlich, hier zu übernachten. Aufgeteilt auf zwei Tage ist diese Wanderung auch für Familien oder gemütliche Wanderinnen und Wanderer völlig stressfrei zu machen. Beim Rückweg zweigt man oberhalb des Iffigsees ab. Jetzt gehts nochmals 200 Meter aufwärts zum Iffighorn, dann über den Hohberg wieder ins Iffigtal hinunter und zur Iffigenalp zurück. Hier wandert man im Zentrum des Naturschutzgebietes Gelten-Iffigen. Die Wiesen auf dem Hohberg sind im Sommer übersät von Edelweiss, Orchideen und Paradieslilien. Aber auch im Herbst findet man noch zahllose Farbtupfer in den Bergmatten.
Panoramaweg Thunersee Nr. 0775
Oberhofen, Wichterheer — n • BE

Panoramaweg Thunersee

Sechs Hängebrücken sollen es dereinst sein, drei sind bereits realisiert: Der Panoramarundweg Thunersee ist am Entstehen. Als erste wurde im Dezember 2011 die Brücke über den Spissibach bei Leissigen eingeweiht, im Oktober 2012 die Brücke bei Sigriswil. Zweitere ist auch das Ziel der Wanderung, die bei Oberhofen am Thunerseenordufer beginnt. Der Aufstieg zur Balmflue führt hoch über der Schlucht des Riderbachs durch den üppigen Wald. Der Bach wird ohne Brücke in einem breiten Kiesbett überquert. Der steile Aufstieg führt zu einem kleinen Pass, der von Nagelfluh- Pfeilern begrenzt wird. Hohle Gassen, überhängende Felsen und breite Formationen wechseln sich ab. Ein kurzer Abstieg führt wieder zum Riderbach, der abermals überquert werden muss. Hier ist eine weitere Hängebrücke geplant. Der Bach stürzt an dieser Stelle einen Wasserfall hinunter. Den Hang entlang führt der Weg dann Richtung Blooch, wo ein Grillplatz der Bürgergemeinde Oberhofen zum Bräteln mit Aussicht auf Thunersee und Niesen einlädt. Weiter geht’s durch den Wald, der immer wieder ein schönes Panorama freigibt. Kurz vor Erizbüel entlässt der Wald den Wanderer aus seiner schattigen Kühle. Bald erreicht die Route Aeschlen und damit die neu erstellte Hängebrücke hinüber nach Sigriswil. Sie ist mit 340 Metern Länge und 180 Metern Tiefe die grösste Hängebrücke des Panoramawegs. Sie wird übrigens nicht nur von Wanderern genutzt: Für die Kinder aus Aeschlen ist die Hängebrücke Teil des Schulwegs.
Ein eindrückliches Schluchterlebnis Nr. 1515
Blatten — l • VS

Ein eindrückliches Schluchterlebnis

Die beeindruckende Felslandschaft der Massaschlucht entstand durch die Aktivität des Grossen Aletschgletschers. Das Eis hat dieser Schlucht vor langer Zeit zur heutigen Form verholfen. Eine Wasserleitung, die Suone «Riederi», die durch die Massaschlucht führt, wurde bereits 1385 erstmals urkundlich erwähnt. So erlebt man eine Wanderung auf längst vergangenen Spuren und kann sich dabei mit Sicherheit vorstellen, wie lebensgefährlich der Bau und Unterhalt dieser Wasserleitungen damals war. Erst 1996 wurde der Weg touristentauglich, indem man Passagen breiter machte, Wegstücke aus dem Fels sprengte und an zahlreichen Stellen Ketten montierte. Trotzdem ist eine minimale Schwindelfreiheit bei der Begehung erforderlich. Bereits beim Start in Blatten findet sich auf dem Wegweiser nach Ried b. Mörel die Bezeichnung «Massaweg». Wenige Meter im Dorf und dann gleich rechts über den Bruchi-Bach in den Wald - schon säumen Findlinge, umgestürzte Bäume und verkeilte Felsblöcke den weichen «Teppichweg» aus Baumnadeln. Später ein kurzes Stück auf einem Strässchen, über die Brücke unterhalb des Gibidum-Stausees und das Abenteuer Schluchtweg nimmt seinen Anfang. Imposante Tiefblicke bis 600 Meter hinunter und eine atemberaubende Weitsicht über das Rhonetal erwarten den Wanderer. Ab der Verzweigung beim Punkt 1265 wird der Weg sanfter und führt durch den lichten Rischwald und alsbald entlang der «Riederi»-Suone. Bei der Örtlichkeit Summerseili verläuft der Wanderweg etwas oberhalb der Fahrstrasse über einen Wiesenpfad und dann abwärts durch das Dorf zur Seilbahnstation Ried-Mörel.
Höhenwanderung im Pays d’Enhaut Nr. 1352
La Videmanette — z • VD

Höhenwanderung im Pays d’Enhaut

Wer mit einer der ersten Gondeln hochfährt, kann bei der Bergstation vielleicht noch die Steinböcke beobachten, die dort am Morgen gerne an salzhaltigen Steinen lecken. Später am Tag ziehen sie sich in die Hänge und Flanken der umgebenden Gipfel zurück. Im Gegensatz zu den zerklüfteten Kalkgipfeln des nahen Rubli oder Rüeblihorns wirken die Hügel des Saanenlands geradezu sanft. Von der Aussichtsterrasse des Bergrestaurants kann man Berggänger beobachten, die auf einer Via Ferrata auf das Rüeblihorn steigen, oder den Himmel nach Bartgeiern oder Adlern absuchen. Später führt der Wanderweg den Felswänden entlang Richtung Col de la Videman. Dabei quert man die Flanke der grasigen La Videmanette, dem namensgebenden Berg für die Bergstation der Seilbahn. Vorbei an blühenden Alpweiden geht es hinab zum kleinen Bergsee Gour de Comborsin. Danach folgen kurze, mit Ketten gesicherte Passagen über eine Felsstufe. Bald wird das Gelände wieder flacher, und nach der Querung einer eindrücklichen Schutthalde steht man auf dem Trittlisattel. Der Wanderweg führt spektakulär durch eine Felsspalte. Nun zeigt sich die eindrückliche Gummfluh von ihrer Südseite. Nach dem Col de Jable beginnt der lange, aber aussichtsreiche Abstieg hinunter nach L’Etivaz. Vor der Heimreise bleibt vielleicht noch etwas Zeit, um sich im Besucherzentrum der Käserei umzusehen, mehr über die Herstellung des Gruyère zu erfahren und natürlich Käse zu kaufen.
Zum Chüebodenseeli bei Elm Nr. 1360
Empächli • GL

Zum Chüebodenseeli bei Elm

Die Bergwanderung zum Chüebodenseeli ist eine wunderschöne, wo sich bei jedem Schritt mehr des Bergpanoramas zeigt. Die Glarner Hauptüberschiebung, das Martinsloch und die schneebedeckten Gipfel lohnen die Mühen, die einem der etwas steile Aufstieg vom Empächli beschert. Das Gebiet bei Empächli ist sehr kinderfreundlich: Spielplätze beim Restaurant, eine Goldwaschanlage und ein Themenweg zum Riesen Sardona bieten Nachmittagsbeschäftigungen für die Kleinen. Die Bergwanderung ist aber für Kleinkinder weniger geeignet. Nachdem die Wandernden ein Stück auf dem Themenweg durch den Wald gegangen sind, führt der Bergwanderweg mehr oder minder direkt nach oben. Allerdings ist er sehr gut ausgebaut, so dass er einem viel weniger steil vorkommt, als das Höhenprofil glauben lässt. Kurz vor dem Chüebodenseeli besteht eine gute Möglichkeit, vor dem imposanten Massiv der Tschingelhörner ein Foto zu machen. Noch ein kleiner Aufstieg und dann ist es geschafft: rechter Hand liegt das friedliche Chüebodenseeli, umringt von den spitzen Zähnen des Mürligrat. Hier lässt es sich wunderbar verweilen. Nichts ist zu hören, ausser allfälliger Militärgeräusche. Unzählige kleine Fische schwimmen im Bergsee und rundum bieten sich viele Plätze, um zu picknicken. Allerdings gibt es hier keine befestigten Feuerstellen, also muss ein kaltes Mittagessen genügen. Nach der wohlverdienten Pause geht es nur noch 30 Höhenmeter hinauf zum Gelb Chopf, dem höchsten Punkt der Wanderung. Der Abstieg der Rundwanderung erfolgt zunächst auf der Skipiste, auf welcher der Weg aber gut ausgebaut ist, und führt dann auf einen breiten Wanderweg hinunter ins Empächli mit mehreren Restaurants. Wer noch Energie hat und einen Schlenker anhängen will, geht bei Oberempächli nach rechts, flankiert die Rietmatt und geht bei Hengstboden wieder in Richtung Empächli zurück.
Herbst beim Freiberg Kärpf Nr. 1353
Mettmenalp — s • GL

Herbst beim Freiberg Kärpf

Auf der Mettmenalp wandert man im Wildtierschutzgebiet Freiberg Kärpf. Zum Schutz von seltenen und bedrohten Wildtieren ist hier die Jagd verboten. Vielleicht kreist während dieser Wanderung ein Adler oder Bartgeier am Himmel oder man entdeckt Steinböcke, Gämsen, Murmeltiere und andere Wildtiere. Im Jahr 1548 gegründet, ist es das älteste Wildtierschutzgebiet in Europa. Benannt ist es nach dem Kärpf, der von der Leglerhütte aus gut zu sehen ist. Doch bevor diese aussichtsreiche SAC-Hütte erreicht ist, wandert man zuerst noch dem Mettmensee, auch Garichtisee genannt, entlang. Beim Blick zurück zur Staumauer dieses 1931 fertiggestellten Stausees bieten die zerklüfteten Gipfel des Glärnischmassivs, darunter Vrenelis Gärtli, einen überwältigenden Anblick. Wenn es gefroren ist, erfordert der mit Eiszapfen gesäumte, vereiste Weg dem See entlang etwas Vorsicht. Bei der Niderenalp sind während der Alpsaison Getränke und Alpprodukte erhältlich. In angenehmer Steigung führt der Bergwanderweg weiter hinauf zur Leglerhütte. Hier an diesem schönen Ort lohnt sich eine Pause! Von einer Felsklippe sieht man hinunter zu den verschiedenfarbigen Bergseen Engisee und Chammseeli, die man nach einem Abstieg auf einem steilen Zickzackweg erreicht. Nach einem kurzen Gegenaufstieg steht man auf dem Franzenhorn und folgt dem breiten Grasrücken zum Schönaufurggeli. Nun wartet noch der Abstieg hinunter nach Kies, der mit dem Alpentaxi knieschonend verkürzt werden kann.
Imposante Bergwelt im Berner Oberland Nr. 1524
Kandersteg • BE

Imposante Bergwelt im Berner Oberland

«Wo sich heute die Firnmulden und Gletscher der Blüemlisalp befinden, waren früher grasreiche Weiden. Es kam vor, dass die Kühe dreimal des Tages gemolken werden konnten.» Mit diesen Worten beginnt die Sage der Blüemlisalp. Steht man heute am Ufer des darunterliegenden Oeschinensees, so kann man sich kaum vorstellen, dass unter dem Blüemlisalphorn einst Weiden gewesen sein sollen. Etwas Mystisches strahlt dieser Ort dem Betrachter jedoch immer noch aus. Kurz nach dem Start beim Bahnhof Kandersteg wandert man ein Stück auf der «Bundesrat Adolf Ogi-Strasse» in Richtung Talstation der Gondelbahn. Der Weg führt danach weiter aufwärts dem Oeschibach entlang bis zum Kraftwerk, wo ein Wegweiser mit der Aufschrift «Bergstation Gondelbahn» nach links zeigt. Ab hier geht es auf einem Bergpfad recht steil aufwärts, bis der Wegpunkt «I de Huble» erreicht wird. Schon bald ist danach die Bergstation erreicht und eine Pause bei dieser fantastischen Aussicht verdient. Via Läger und Restaurant zur Sennhütte gelangt man in einer knappen halben Stunde zum Oeschinensee, der mit einer Fläche von 1.1 km2 zu den grösseren Bergseen gehört. Es ist ein imposanter Blick, wie sich die bis 2000 Meter höher gelegenen Gipfel im klaren Wasser spiegeln. Ein kurzes Stück geht es nun dem See entlang, bevor beim Bergrestaurant Oeschinensee der Abstieg zurück nach Kandersteg folgt. Die Fahrstrasse wird schon bald verlassen und der Weg führt danach, teilweise die Skipiste benützend, hinunter bis zum Kraftwerk. Ab hier folgt man demselben Weg des Aufstiegs bis zur Brücke, die über den Oeschibach führt und überquert diese. Auf der linken Seite des Oeschibaches geht es nun ins Dorf, wo diverse Gaststätten zu einem Trank einladen.
Bahnhistorische Wanderung am Albulapass Nr. 1520
Preda — n • GR

Bahnhistorische Wanderung am Albulapass

Nicht nur ein Highlight für Bahninteressierte, auch Naturbegeisterte kommen bei dieser Wanderung auf Ihre Kosten. Der Abschnitt zwischen dem Albulatunnel und dem Landwasserviadukt auf der Albulalinie der Rhätischen Bahn gilt als Paradestück der Bahnpionierzeit. Die Strecke steht seit 2008 unter Schutz, denn ihre teils dramatische Linienführung ist einzigartig. Das UNESCO Welterbe «Rhätische Bahn in der Landschaft Albula/Bernina» umfasst nicht nur die beiden weltberühmten Bahnstrecken, sondern auch die wunderschöne Landschaft selbst. Gleich nach der Station Preda beginnt die Wanderung und man unterquert die Bahnlinie ein erstes Mal. Dank der durchgehend mit dem Vermerk «Bahnlehrpfad» und dem grünen Routenkleber Nr. 33 bezeichneten Wegweisung kann man sich nicht verirren. Vorbei an der kleinen Örtlichkeit Naz hat man gleich danach einen schönen Tiefblick ins Albulatal hinunter. Auf einer der zahlreichen Orientierungstafeln entlang des Weges lässt sich die komplexe Streckenführung verfolgen. Zudem informieren die aufgeführten Fahrpläne über die Vorbeifahrten der Züge an markanten Stellen. Ab hier geht es abwärts, dabei können die diversen Brücken einmal von oben und dann gleich wieder von unten betrachtet werden. Bei der Grillstelle wird der Weg breiter und führt später entlang des kleinen Campingplatzes bis zur Brücke beim Schützenhaus. Hier lohnt es sich, den Bahnlehrpfad zu verlassen, die Brücke zu überqueren und den Weg zum Bahnhof durch das schöne Dorf Bergün zu wählen. Empfehlenswert ist auch ein Besuch des Bahnmuseums. Hier erfahren Besucher sowohl historische und aktuelle Aspekte der spektakulärsten aller Schweizer Bahnstrecken.
Im Jurapark Aargau Nr. 1355
Gipf-Oberfrick, Rösslibrücke — f • AG

Im Jurapark Aargau

Auf dieser Wanderung gibt es die typischen Landschaften des Fricktals im Herzen des Jurapark Aargau zu entdecken. Kaum sind die Wandernden in Gipf-Oberfrick aus dem Bus gestiegen, erwarten sie schon die Obstbäume, Felder und bewaldeten Hügel, die den Reiz dieser Region ausmachen. In Richtung Süden führt der Weg zuerst während zwei Kilometern durch eine ruhige bewaldete Senke und dann auf einem Hügel. Anfangs folgt er einem Lehrpfad, welcher der Natur gewidmet ist und die Sinne anspricht. Nach einem kurzen Wegstück auf asphaltierter Strasse zweigt der Wanderweg nach Westen ab und führt von dort durch die Felder. Das Dorf Wölflinswil ist nicht mehr weit. Man betritt es von oben, durch die Obsthaine. Rundherum sind sanfte bewaldete Hügel. Hier bietet sich auch die Gelegenheit, in einem der Restaurants im Dorf Halt zu machen. Es sind die einzigen während der ganzen Wanderung. Auch der von schön renovierten Häusern umgebene Dorfplatz lädt zum Verweilen ein. Doch es geht weiter - wieder den Hügel hinauf. Aus der Höhe bietet sich den Wandernden eine erneute Aussicht auf Wölflinswil, dieses Mal mit dem Blick nach Osten. Der Weg folgt den Geländefalten. Ein einzelner Baum am Wegrand markiert den höchsten Punkt der Strecke. Vom ebenen Wanderweg aus hat man einen weiten Blick über die sanfte Hügellandschaft. Der Weg hinunter nach Wittnau, dem Ziel, führt durch eine idyllische Senke im Wald. Die Natur ist dicht und reichhaltig. Man kann sich vorstellen, welche Frische sie im Sommer verströmt und in welcher Farbenpracht sie sich im Herbst präsentiert. Das Dorf wird sichtbar, sobald man den Wald verlässt. Wie alle Dörfer der Region ist auch Wittnau voller Obstbäume und gepflegter Häuser.
Im Herzen des Thurgaus Nr. 1356
Weinfelden — n • TG

Im Herzen des Thurgaus

Auf der südlichen Bahnhofseite folgt die Route zuerst den Gleisen, dann am Industriegebiet vorbei und überquert die Bahnlinie nach Wil. Kurz nach dem Pferdehof beim «Ganggelisteg» warten tolle Rastplätze auf Gäste. Den Steg passiert, wandert man flussaufwärts zur Strassenbrücke bei Rothenhausen. Auf der anderen Flussseite führt der Wanderweg zum Stauwehr des Weinfeldener Kanals. An der Badi und dem ehemaligen Exerzierplatz entlang erreicht man das Kraftwerk, welches das Wasser des Bürglenkanals nutzt. Danach lockt der Abenteuerspielplatz bei der Istighofener Brücke, wo der Bahnhof Bürglen wenige Minuten entfernt liegt. Im Heiligenschächt folgt man dem Waldrand, bis der gelbe Pfeil in den Wald zeigt. Ein kurzes Stück später stösst die Route wieder an den Kanal, der deutlich höher als der Wanderweg liegt. Der über 140-jährige Fabrikkanal trieb früher die Maschinen der Kammgarnspinnerei an. 2015 war er samt dem späteren Kraftwerk sanierungsbedürftig. Bei diesem Vorhaben wurden vier Biber evakuiert, die den Kanal als Heimat auserkoren hatten. Sie wurden für ein halbes Jahr in der Wildstation Landshut betreut, bis sie wieder an ihren angestammten Platz zurückkehren durften. Bei der nächsten Brücke kann die Tour nach Sulgen abgekürzt werden. Die Wanderung folgt dem Wasser bis zum Stauwehr bei Underau. Das nahe Dorf Kradolf ist jedes Frühjahr Ziel des bekannten Flossrennens auf Sitter und Thur, das stets zahlreiche Schaulustige anzieht. Nach dem Bahnhof steigt der Weg ein kurzes Stück bergan. Beim Kreuz geniesst man einen schönen Ausblick über das Thurtal, während die ersten Häuser von Sulgen das Ende der Tour ankünden. Bald wird der Bahnhof erreicht und der Zug fährt uns nach Weinfelden zurück.
Säntisblick über dem Neckertal Nr. 1361
Mogelsberg Station — n • SG

Säntisblick über dem Neckertal

In Mogelsberg wütete im 17. Jahrhundert mehrmals die Pest. Vermutlich wurde diese hochansteckende Seuche damals von Händlern eingeschleppt, die mit ihren Waren auf der Handelsroute durch das Neckertal zogen. Zum Glück sind diese düsteren Zeiten vorbei! An einem sonnigen Herbsttag ist die beschauliche Gegend wie gemacht zum Wandern! Vom aussichtsreichen Wanderweg aus sieht man auf den Hügeln ringsum überall kleine Streusiedlungen, die typisch sind für die Region Neckertal-Appenzeller Hinterland. In dieser waldreichen Gegend konnten sich die ersten Siedler nur dort niederlassen, wo es eine Quelle hatte und es vom Gelände her möglich war, Wald zu roden, um Weideland zu gewinnen. An zu steilen, ungeeigneten Hängen wurde der Wald als Hofreserve stehen gelassen. Farbige Waldabschnitte, aussichtsreiches Offenland, kurze Auf- und Abstiege wechseln sich ab, bevor man nach angenehmer Steigung etwas unterhalb der Wilkethöchi den höchsten Punkt der Wanderung erreicht. Hier ist die Aussicht zu den Bergen im Alpsteingebiet noch vom Wald verdeckt. Auf dem Gerensattel zeigt sich dann der herbstlich verschneite Säntis. Von hier aus ist es nur ein kurzer Abstecher zur gemütlichen Alpstube Wimpfel. Etwas steiler führt der Wanderweg am Schluss hinunter zum Bahnhof Brunnadern.
Historischer Weg am Simplon Nr. 1525
Simplonpass, Simplonblick — f • VS

Historischer Weg am Simplon

Im Zuge des Aufbaus zu seinem Handelsimperium wurde der Saumpfad über den Simplonpass vor rund 300 Jahren ausgebaut. Dies geschah unter Kaspar Stockalper, einem damaligen weitherum bekannten Handelsherrn aus Brig. Eine wirtschaftliche Bedeutung hat der Weg längst nicht mehr, dazu wurden neuere Strassen gebaut. Die ViaStockalper oder eben der Stockalperweg erlebte jedoch in den letzten Jahren eine Auferstehung. Wer die ganze Route von Brig bis Gondo begehen möchte, benötigt in der Regel drei Tage. Die zweite und zugleich einfachste Etappe führt durch die Kulturlandschaft südlich der Passhöhe. Der Start erfolgt bei der Postautohaltestelle «Simplonblick» auf einem Nebenweg zur Hauptstrasse. Hier fällt gleich der mächtige Steinadler, das Wahrzeichen des Simplonpasses auf, der über dem Weg Wache hält. Eine von zahlreichen Informationstafeln entlang des Weges erzählt seine Geschichte. Die ganze Strecke ist sehr gut beschildert und man folgt immer den braunen Wegweisern mit der Aufschrift «Stockalperweg». Beim kleinen Weiler Niwen wird das Gebäude „Alter Spittel“ sichtbar, auch dieses wurde von Kaspar Stockalper erbaut. Auf dem Abschnitt zwischen Engiloch und Maschihüs ist es zuweilen ein wenig lauter, da der Weg gleich unterhalb der Galerie der Passstrasse entlang führt. Alsbald wird der Chrummbach überquert und für eine kurze Zeit wandert man auf einer Asphaltstrasse. In Egga lohnt sich ein Blick in die Kapelle, die gleich beim Dorfeingang steht. Beim Gletschersturz am Dorfende steigt der Weg noch ein wenig an und schon bald erkennt man die Häuser von Simplon Dorf. Bevor die Rückreise angetreten wird, sollte hier unbedingt noch ein Dorfrundgang gemacht werden.
Aussichtsreiche Davoser Alpentour Nr. 1526
Schatzalp — h • GR

Aussichtsreiche Davoser Alpentour

In den Jahren 1898-1900 von zwei Zürcher Architekten vorbildlich erbaut, konnte am 21. Dezember 1900 das heutige Jugendstilhotel Schatzalp eröffnet werden. Das Hotel wurde damals als Luxussanatorium konzipiert und war die fortschrittlichste Heilstätte der Region. Gleichzeitig wurde auch die erste Bergbahn in Davos zur Schatzalp gebaut. Bekannt ist die Schatzalp auch wegen prominenten Gästen aus der Vergangenheit, so z.B., dem deutschen Schriftsteller Thomas Mann oder dem britischen Arzt und Autor Arthur Conan Doyle. Der Wegweiser mit der Aufschrift «Davoser Alpentour» ist ständiger Begleiter auf dieser Wanderung. Zunächst wandert man am Rand des wunderschön angelegten Botanischen Gartens vorbei. Der Weg schlängelt sich im Wald ein kurzes Stück aufwärts, bis man unterhalb der Podestatenalp die Weide und gleich darauf das Albertitobel überquert. Im Bereich der Grüeni Alp bieten einige Ruhebänke, darunter auch eine Lesebank, genügend Möglichkeiten, das tolle Panorama auf die umliegenden Täler und Gipfel zu geniessen. Nochmals geht es ein wenig bergan, bevor beim Übergang über den Bildjibach der höchste Punkt der Wanderung erreicht ist. Vorbei an den Erbalpen und Aussererb erreicht man schon bald die Stafelalp. Diese wurde vor rund 500 Jahren von Walsern gegründet. Das 1936 eingerichtete Gasthaus ist ca. 250 Jahre alt und wie früher wird noch immer auf einem Holzherd gekocht. Auf der Stafelalp entstanden auch einige berühmte Werke des Malers Ernst Ludwig Kirchner, so zum Beispiel «die Stafelalp bei Mondschein» aus dem Jahre 1919. Nun folgt der Abstieg, teils auf dem Forstweg, teils über Wiesen, via Matta nach Davos Frauenkirch.
Über die spektakuläre Goms Bridge Nr. 1516
Fiesch • VS

Über die spektakuläre Goms Bridge

Unterschiedlicher könnten die Bauwerke auf dieser Wanderung im Landschaftspark Binntal wohl kaum sein. Einerseits die urtümlichen Walliser Häuser in Ernen und andererseits die schwindelerregende Hängebrücke, die seit 2015 die beiden Gemeinden Bellwald und Ernen in 92 Metern Höhe verbindet. Die 280 m lange und 1.40 m breite Brücke ist ganzjährig für Wanderer, Rollstuhlfahrer und Velofahrer begeh- bzw. befahrbar. Die Wanderung beginnt bei der Station Fiesch und führt an der Talstation der Bergbahnen Fiesch-Eggishorn sowie am Tierpark vorbei. Es folgt ein Aufstieg (immer den Wegweisern Richtung Bellwald folgen) im Wald via Gibelegg. Bald darauf geht es hinunter nach Fürgangen, unter der Kantonsstrasse hindurch und schon lädt die eindrückliche Hängebrücke zur Überquerung ein. Auf der anderen Seite der Lammaschlucht wartet mit Mühlebach die älteste Siedlung aus Holz in der Schweiz auf die Wanderer. Über den Mosshubel und vorbei am historischen Galgen gelangt man nach Ernen, das 1979 mit dem Henry-Louis-Wakker Preis als Auszeichnung für das besonders schöne und gut erhaltene Dorfbild geehrt wurde. Hier lohnt es sich zu verweilen und die wunderschönen Häuser näher zu betrachten. Bei der Kirche geniesst man zudem einen tollen Ausblick über das Obergoms und auf die gegenüberliegende Talseite. Anschliessend geht es abwärts über das Ärnerfeld bis zur Rottenbrücke. Nochmals folgt ein kurzer Aufstieg entlang dem Wysswasser und schon bald ist der Ausgangspunkt bei der Station Fiesch wieder erreicht. Trotz etwas hohem Hartbelagsanteil lohnt es sich, diese abwechslungsreiche Rundwanderung unter die Füsse zu nehmen.
Unterwegs im Hexenreich Nr. 1517
Geimen • VS

Unterwegs im Hexenreich

Vor über 100 Jahren entstand im Blindtal zwischen Naters und Blatten der Hexenwald. Da der Bedarf nach Weideflächen stetig zurückging, wurden Nadelbäume angepflanzt, um Holz als Brenn- und Baustoff zu gewinnen. Infolge grosser Wassermengen, von denen das Tal immer wieder überschwemmt wurde, wuchs an den Bachläufen auch ein Auenwald heran. Durch verschiedene Eingriffe wurde dieser in den letzten Jahren gefördert, um den Fortbestand zu sichern. Im Sommer 2018 wurde ein lustiger Themenweg eingerichtet, auf dem man die Hexe Vero und ihr Treiben hautnah miterleben kann. Die Wanderung durch das Blindtälli beginnt in Geimen und führt grösstenteils durch den Wald hoch nach Blatten. Nach wenigen Metern entlang der Hauptstrasse zweigt der Weg rechts über die Wiese ab. Umgeben von mächtigen Felsformationen gelangt man immer tiefer in das urtümliche Tal hinein. Da kommt schnell der Gedanke auf, dass irgendwo zwischen den Bäumen eine Hexe nach Wandernden Ausschau hält. Bei der Brücke und der Grillstelle hört man das nahe Rauschen eines Wasserfalls und der Weg schlängelt sich nun etwas steiler nach oben. Schon bald ist Blatten erreicht und unter den zahlreichen Wegweisern beim grossen Dorfplatz findet sich derjenige, der zum Blindbärgji zeigt. Noch etwas mehr als 100 Höhenmeter aufwärts und es eröffnet sich ein tolles Panorama. Die Rundsicht reicht vom Aletsch- über das Simplongebiet bis hin zum majestätischen Weisshorn. Auf dem gleichen Weg geht es wieder zurück bis nach Blatten. Vorbei an zahlreichen typischen Walliser Holzhäusern verläuft die Route durch den älteren Dorfteil, wo es sich lohnt, ein wenig länger zu verweilen. Anschliessend folgt der Abstieg auf dem aussichtsreichen Wanderweg hinunter zum Ausgangspunkt in Geimen.
Bergpanorama pur auf der Moosalp Nr. 1518
Moosalp • VS

Bergpanorama pur auf der Moosalp

Wer einmal beim Aussichtspunkt «Stand» war, kommt bestimmt wieder hierher. Die Rundsicht ist einmalig und reicht südwärts unter anderem zur Mischabelgruppe mit dem Dom, weiter zur Weisshorngruppe und auf der Nordseite zum imposanten Bietschhorn. Zahlreiche Gletscher formten in der letzten Eiszeit das Gebiet der Moosalp zu einer Rundhöckerlandschaft. Nachdem sich diese vor rund 12‘000 Jahren zurückgezogen haben, bildeten sich in den Vertiefungen zwischen den Höckern aus Gneisen die Moore. Die Region zeichnet sich überdies durch einen lichten Lärchen-Arvenwald aus, dessen Struktur durch den freien Auslauf des Viehs geformt wurde. Typische Pflanzen sind die Rostalpenrose und der Zwergwacholder. Die Rundwanderung beginnt gleich bei der Postautostation und folgt zunächst dem Wegweiser Richtung Stand. Vorbei bei der Abzweigung Plattjistei ist nach einer guten halben Stunde der Aussichtpunkt auf 2'122 Meter erreicht. Weiter geht es abwärts, um den Bonigersee herum zum Breitmattensee. Nochmals ein kleines Stück abwärts und man steht auf der Breitmatte, wo lauschige Plätzchen überall den Alltag vergessen und neue Kraft tanken lassen. Ab hier folgt man dem Weg abwärts Richtung Eischmatte bis zur nächsten Verzweigung, von wo es wieder aufwärts und zurück zur Moosalp geht. Bei der Bürchneralp trifft man auf die Fahrstrasse, die jedoch nur kurzzeitig benutzt wird. Der Wanderweg führt auf einem Waldpfad und etwas später über die Weide bis hin zum Endziel. Eine kurze, aber entspannende Rundwanderung, bei der man sich genügend Zeit zum Verweilen und Geniessen lassen sollte.
Davoser Panoramaweg Nr. 1519
Stat. Höhenweg — t • GR

Davoser Panoramaweg

Für die Panoramawanderung von der Station Höhenweg zur Bergstation auf dem Gotschnagrat ist die Bezeichnung wahrlich nicht übertrieben. Alle Gipfel aufzuführen, die auf dem Weg zu sehen sind, würde den Rahmen bei weitem sprengen. Obwohl oberhalb der Baumgrenze liegend, ist diese Tour wandertechnisch anspruchslos. So bleibt jederzeit die Möglichkeit, das gigantische Panorama ausgiebig zu betrachten. Auch wenn die Vegetation zum Teil nicht übermässig ist, so präsentiert sich die Berglandschaft zwischen Weissfluh, Totalp und Schwarzhorn trotzdem farbenprächtig. Unten im Tal schimmert der Davosersee tiefblau und auch der Schwarzsee steht ihm in nichts nach. Der Start erfolgt bei der Station Höhenweg der Davos-Parsenn-Bahnen. Gleich zu Beginn steht der einzige etwas steilere Aufstieg auf dem Programm. Bereits knapp 100 Höhenmeter später führt dann der Weg beinahe horizontal in Richtung Osten, immer der Wegweisung «Panoramaweg» bzw. Gotschnagrat folgend. Schon bald werden die Lawinenverbauungen passiert, die im Winter dafür sorgen, dass sich keine grösseren Schneemengen vom Salezer Horn über den Dorfberg hinunter ins Tal ergiessen. Aussichtspunkte, die zum Innehalten einladen, finden sich genügend. Die Steinmännchen-Kolonie bei der Totalp, kurz vor der Parsennhütte, ist perfekt für eine Pause geeignet. Hier wird schnell klar, weshalb die Totalp wohl zu seinem Namen kam. Ab Parsennhütte geht es sanft bergauf, die Belohnung in Form einer beeindruckenden Aussicht auf das gesamte Prättigau entschädigt für die Mühen.
Höchstgelegener Weinberg Europas Nr. 1521
Visp — n • VS

Höchstgelegener Weinberg Europas

An den steilen Hängen unterhalb des Dorfs Visperterminen liegt Europas höchster zusammenhängender Weinberg. Zwischen 650 und 1150 Meter über Meer stehen die Rebstöcke auf Terrassen mit hohen Trockensteinmauern und überwinden so auf engstem Raum 500 Höhenmeter. Eine ausgeprägte Südlage des Hanges ermöglicht es, zusammen mit den grossen Steinflächen der Trockensteinmauern, eine Art Wärmekammer zu bilden, um den Trauben im Spätherbst die nötige Reife zu verleihen. Als Perle der Alpenweine wird der Heidawein bezeichnet. Die kleinbeerige Traube ist auch eine aromatische und süsse Tafeltraube. Der strohgelbe, nach Nüssen, Honig und exotischen Früchten schmeckende Wein sollte nach der Wanderung unbedingt versucht werden. Unterwegs trifft man auf zahlreiche Informationstafeln, die viel Wissenswertes über den Weinbau, die Anbaumethoden etc. erzählen. Die Wanderung beginnt beim Bahnhof Visp und führt zunächst durch die malerische Altstadt und an der Kirche vorbei, bis bei der Postautohaltestelle Bächji die Hauptstrasse überquert wird. Für die bessere Bewirtschaftung des Rebberges ist der Weg ab hier bis Graue Egga asphaltiert. Nun geht es, wieder auf Naturwegen, ein kurzes Stück abwärts bis nach Oberstalden und aus dem bisherigen «Reblehrpfad» wird der «Tärbiner Kulturweg» mit nicht weniger interessanten Hinweisen zu lokalen Besonderheiten. Ein alter Saumweg führt das letzte Stück hinauf ins Heidadorf. Nebst der grandiosen Aussicht lohnt es sich auf jeden Fall, im alten Dorfteil einen Rundgang einzuschalten.