Escursionismo in Ticino

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In alto sopra la Valle Maggia Nr. 1584
Ponte Brolla — Maggia • TI

In alto sopra la Valle Maggia

Un mare di felci, un ponte di pietre sapientemente accatastate una sull’altra, tre asini vicino alla scarpata: nella piccola valle lungo il torrente Ri da Riei regna la tranquillità. Solo la cima del Colma lo separa dalla più frequentata Valle Maggia e crea un mondo selvaggio dove piante e alberi possono crescere intatti. Case di pietra abbandonate e in parte diroccate sono testimoni di un’epoca passata. L’inizio dell’escursione a Ponte Brolla è impressionante: non appena si guarda dal ponte nelle limpide acque turchesi coperte solo da alcune foglie di palma, ogni preoccupazione quotidiana è bell’e dimenticata. Dopo Tegna il sentiero sale ripido su lastre di pietra fino alla piccola cappella di Sant’Anna. Vale la pena voltarsi: la vista sul delta del fiume Maggia e sul lago Maggiore è grandiosa. Attraverso la valle incantata lungo il Ri da Riei si raggiunge la frazione di Streccia, che fa da spartiacque. Castagni giganteschi, tronchi cavi e tronchi d’albero costeggiano di tanto in tanto il sentiero. Una tavola informativa spiega che i castagni si definiscono giganti a partire da una circonferenza di sette metri. Intorno a Dunzio se ne trovano tre esemplari. Hanno un’età compresa tra i 350 e i 700 anni, e sono sopravvissuti a incendi boschivi, malattie e fulmini. Sono considerati monumenti naturali d’importanza nazionale. Da Dunzio, il sentiero si snoda per alcuni chilometri su una stradina asfaltata, prima di trasformarsi nuovamente in un sentiero escursionistico a se stante. Lentamente ci si immerge nella Valle Maggia abitata. Tra i ben conservati paesini di Aurigeno e Moghegno ci attende un’altra attrazione della regione: la piccola deviazione verso la cascata del Ri di Dentro, che si riversa su uno spigolo roccioso in una pittoresca conca. Attraverso il nuovo ponte, raggiungiamo Maggia, la nostra destinazione finale.
Funambolismo sulla gola di Sementina TI Nr. 1491
Monte Carasso, Cunvént • TI

Funambolismo sulla gola di Sementina TI

È un’elegante struttura di funi metalliche e assi di legno, lunga 270 metri, stesa come una ragnatela a 130 metri sopra il fiume. Il «ponte tibetano» sopra la gola di Sementina è un ponte sospeso, come quelli che si vedono nelle foto del Nepal o del Tibet. Attrazione imponente, apprezzata meta di gite e popolare soggetto fotografico, soprattutto nei fine settimana. Una radiosa giornata di ottobre invita a fare un’escursione da Monte Carasso nella ripida valle. Partenza nel paese di Sementina. Da qui il sentiero conduce nella gola. I castagni riparano dal sole autunnale e molte castagne giacciono lungo la strada, nascoste sotto le foglie fruscianti. Il sentiero si arrampica ripido verso la parte alta della valle. Dopo circa due ore di cammino, gli alberi si diradano svelando il grande ponte sospeso. Qui si concentrano i visitatori: tutti cercano di scattare la foto perfetta di se stessi sul ponte. «Ora tutti giù dal ponte!», dice ridendo una di loro. Un po’ innervosita, una giovane donna commenta la scena: «Questa famiglia ha già scattato abbastanza foto, ora è il nostro turno.» Un’altra la calma: «Ciascuno può starsene qui quanto vuole.» Nel frattempo la famiglia si sposta verso il centro del ponte e le giovani donne si preparano per il selfie. L’attraversamento del ponte è una vera esperienza. Dondola un po’ e attraverso le assi di legno si possono vedere le cime degli alberi laggiù in basso. Chi soffre un po’ di vertigini si aggrappa al parapetto, altri percorrono molto vivacemente la leggera costruzione. Il rientro a Monte Carasso è facile e si snoda sull’altro lato della valle. Qui, poco dopo il ponte, si incontra una vecchia carbonaia, poi si scende nuovamente attraverso boschi di castagni e prati di felci fino a raggiungere i primi rustici e palmeti.
Sull’altopiano della Greina Nr. 1590
Pian Geirett — Diga di Luzzone • TI

Sull’altopiano della Greina

La Greina ha ispirato pittori, fotografi e poeti. Con le loro opere hanno scolpito la sua immagine nella mente delle persone e hanno anche contribuito al fatto che non sia stata allagata e sia quindi oggi visitabile a piedi. L'escursione inizia a Pian Geirett, la fine della Val Camadra. Da qui si scende lungo il Brenno della Greina, si attraversa un ponte e si prosegue per un breve tratto attraverso la pianura alluvionale. Qui il sentiero, in un ampio arco, sale fino alla Capanna Scaletta, che si trova su una roccia con una magnifica vista sulla valle. Dalla capanna si prosegue in fondo alla valle fino al Passo della Greina. È il passaggio al famoso altopiano della Greina, dove scorre il ruscello Rein da Sumvitg. A 2230 m, si prende il sentiero verso sud a destra per raggiungere il punto in cui si incrocia con quello della Val Sumvitg e dell’Alpe di Motterascio. Dopo una breve salita verso sud ci si trova sullo spartiacque Crap la Crusch e di nuovo in Ticino. Poi lungo Piz Ner e Pizzo du Güida, attraverso l’Alpe di Motterascio si arriva all’omonima capanna. E qui comincia la discesa. Ripida e costellata da numerosi tornanti lungo un sentiero alpino recentemente ampliato per facilitare l’agricoltura alpestre, prosegue fino al Lago di Luzzone, le cui sponde sono percorribili su una strada alta fino all’Alpe Garzott. Da qui c’è il sentiero alpino per la stazione del bus Alpin all’ingresso del tunnel, a solo un chilometro dalla fine del lago e dalla diga.
Sulla cima del Pilone Nr. 1449
Spruga — Comologno • TI

Sulla cima del Pilone

Generalmente i fiumi nascono in Svizzera per poi scorrere nei Paesi limitrofi. Dall’alto del monte Pilone, che segna il confine di stato, si ha la conferma che il torrente Isorno è l’eccezione a questa regola. Guardando giù dalla cima si può infatti ammirare la fonte dell’Isorno, che sgorga in territorio italiano. Il punto di partenza per questa escursione è Spruga. Il sentiero a gradini si inerpica ripido fra pascoli e case fino al paesino di Pian Secco. Da qui, attraverso un luminoso bosco di larici, il sentiero largo continua fino all’Alpe Pesced e conduce poi al Passo del Bùsan attraversando il fianco del monte Munzelüm. Un sentierino ben tenuto porta fino in cresta al Pilone. Qui corre il confine di stato. Una convenzione stipulata nel 1806 tra il Regno d’Italia, il Ticino e la Confederazione assegnò la parte più alta della valle all’Italia, mentre gli insediamenti abitativi rimasero alla Svizzera. Dalla cima, volgendo lo sguardo a sud, si offre alla vista un paesaggio selvaggio ormai pressoché disabitato incorniciato dai monti. Ormai gli alpeggi sono quasi inesistenti perché il bosco ha in parte riconquistato i pascoli. Anche a fondo valle la vista si perde fra i boschi che racchiudono pittoreschi villaggi sulla parte sinistra della valle. A questo punto si fa ritorno al Passo del Bùsan per scendere ripidamente al Laghetto dei Saléi, uno fra i più bei laghi di montagna ticinesi. Da qui si prosegue l’escursione scendendo dall’Alpe Saléi a Comologno dove, oltre a rustici ci sono anche bei palazzi costruiti dagli emigranti arricchitisi lasciando la stretta valle per far fortuna altrove.
Da Mendrisio attraverso le Gole della Breggia Nr. 1486
Mendrisio — Vacallo, piazza • TI

Da Mendrisio attraverso le Gole della Breggia

Nella punta più meridionale della Svizzera nevica di rado e quelle poche volte la neve si scioglie in fretta. Pertanto anche d’inverno si può fare la spettacolare escursione sul pendio soleggiato del Mendrisiotto. Dalla stazione di Mendrisio il sentiero escursionistico si dirige verso Corteglia passando davanti all’ospedale e attraverso quartieri residenziali fino ad arrivare a un’altura con lunghi filari di viti e una vista meravigliosa. Da qui una stradina conduce a Castel San Pietro passando per Loverciano, dove vale la pena prendersi qualche minuto per visitare la Chiesa Rossa che si erge in posizione panoramica sulla valle della Breggia. Poi si scende nelle Gole della Breggia, il fiume che ha scavato una serie di gole nel fondo roccioso. In vari punti tavole informative descrivono le caratteristiche geologiche del territorio. D’inverno in alcune zone i sentieri delle gole sono gelati. Passando sul vecchio ponte di pietra Punt da Canaa si può comunque attraversare il burrone senza problemi e osservare le stratificazioni calcaree di strana forma che si susseguono con taglio obliquo nel letto del fiume. Attraversato il ponte, una leggera salita conduce a Morbio Superiore e poi a San Martino, in cima, via Lattecaldo passando per boschi di castagni e faggi. Dalla chiesetta, attraverso radure boschive, si gode una magnifica vista sulla vicina Valle di Muggio e sulle vette del Piemonte. La discesa è altrettanto spettacolare. Dal paesino di Sagno, che offre uno scorcio sul lago di Como, attraverso sentieri nel bosco e stradine battute si giunge a Vacallo, sopra Chiasso.
Alla cascata della Piumogna Nr. 1470
Faido Stazione — Dalpe • TI

Alla cascata della Piumogna

Attorno al 1913 trascorrere le vacanze a Faido era più in voga e più costoso di un soggiorno a St. Moritz. Difatti, dopo che furono costruite la prima strada e la linea ferroviaria del San Gottardo attraverso la Leventina, Faido divenne facilmente raggiungibile e si affermò come apprezzata località di vacanza per i milanesi abbienti. Gli anni della Belle Epoque, furono gli anni d’oro del turismo a Faido. Sul percorso che dalla stazione porta al fiume Ticino, antichi edifici in stile Liberty testimoniano questo periodo glorioso. Faido resta una meta imperdibile, anche solo per la cascata della Piumogna! Le acque impetuose del torrente Piumogna scorrono attraverso più cascate per riversarsi in un bacino nei pressi del fiume Ticino. Molteplici i punti panoramici sulle sponde del torrente permettono di ammirare questo spettacolo della natura. Dopo aver superato il parco giochi per bambini e la stazione a valle della funivia inizia la salita verso Piana Selva. Nelle calde giornate estive è piacevole attraversare l’ombroso bosco di conifere. In Piana Selva si costeggia un agriturismo dotato di camere, grotto e piscina. Qui si trova anche la stazione a monte della funivia. Il sentiero si snoda tra zone umide e abeti rossi antichi e possenti e prosegue dolcemente verso Dalpe. L’ultimo tratto costeggia il torrente Piumogna che qui si è scavato un impressionante letto nella roccia: le sue spumeggianti acque dai riflessi verdi offrono anche quassù uno spettacolo impressionante. Poi compare Dalpe, incastonato su uno spettacolare altipiano panoramico, al riparo dal traffico del San Gottardo. Dietro il paese svettano come giganti himalayani il Pizzo Campo Tencia, che supera i 3000 metri di altitudine.
Durch die Piottino-Schlucht nach Faido Nr. 1440
Rodi — Faido Stazione • TI

Durch die Piottino-Schlucht nach Faido

Der Gotthard war schon immer eine Herausforderung für den Verkehr. Ganz besonders bei Rodi und seiner Gola di Monte Piottino, der Piottino-Schlucht. Diese Wanderung beginnt beim Locanda Dazio Grande, bei der Sust aus dem Jahr 1516. Dieses altehrwürdige Haus hat den Bau des Säumerwegs, der Eisenbahn, der Gotthardstrasse sowie der Autobahn miterlebt. Ein Museum in den Kellern zeigt die bewegte Geschichte dieses Orts. Vom Locanda Dazio Grande geht es durch die eindrückliche Piottino-Schlucht. Es folgt eine Serie von Brücken über den Ticino und über die Schiene, bis man schliesslich auf der anderen Seite der Gotthardstrasse auf eine kleine Strasse gelangt, der man kurz nach Osten folgt, um sie dann, nach einer weiteren Brücke über den Ticino, rechterhand zu verlassen. Von hier führt die Wanderung durch schönen Laubmischwald und durch Kastanienwälder. Ab und zu erlauben kleine Lichtungen den Blick auf die andere Talseite, wo sich der internationale Verkehr über die Autobahn schleppt. Der Weg trifft auf zwei Lichtungen. Auf der Höhe von Valegia brannte im April 2017 der Wald. Die Stämme sind schwarz, angekohlt, Arbeiter haben einige Bäume entfernt. Neuer Wald und neuer Unterwuchs hat nun wieder Platz. Auch wenn die Schäden noch für Jahrzehnte sichtbar sind, trifft man immer mehr Pflanzen an, die sich den verbrannten Boden zurückerobern. Von Valegia führt der Weg stetig und leicht abwärts nach Polmegio di Sopra, überquert zwei Bäche und trifft kurz darauf rech- terhand auf einen Weg, der direkt nach Faido zum Bahnhof führt.
Urtümliche Tessiner Bergwelt Nr. 1408
Foroglio • TI

Urtümliche Tessiner Bergwelt

Eine urwüchsig wilde Berglandschaft prägt das Val Calnègia. Die Wanderung ins Seitental des Val Bavona eignet sich auch für Kinder und Jugendliche. Auf einem steilen Waldpfad geht es vom Ausgangspunkt Foroglio zügig in die Höhe. Nach wenigen Minuten öffnet sich die Sicht auf den grossartigen Wasserfall, den der Bergbach Calnègia bildet. Danach schmiegt sich der Bergweg in eine senkrechte Felswand (ein Geländer vermittelt auch Personen, die nicht ganz schwindelfrei sind, genug Sicherheit). An einer kleinen Kapelle vorbei überwindet man den letzten Abschnitt der Steilstufe. Oben ändert das Gelände sein Gesicht markant: Die Calnègia fliesst hier durch eine bewaldete Hochebene. In leichtem Aufstieg zieht sich der Weg dem Wasser entlang. Nach einer Weile tritt unvermutet überraschende Stille ein, und ein Blick ins Bachbett bestätigt: Das Wasser ist verschwunden. Eine dicke Kiesschicht füllt das Bachbett, weshalb die Calnègia nicht an der Oberfläche, sondern in der Tiefe dahinströmt. An der Stelle, wo eine Holzbrücke den Bergbach überquert, bleibt der Wanderweg auf der südlichen Seite des Gewässers. Wenn man vom Ufer genau hinüberschaut, entdeckt man zwischen riesengrossen Felsblöcken kleine Steinhäuser, die im Sommer zu Landwirtschaftszwecken oder als bescheidene Ferienhäuschen genutzt werden. Manche der Gebäude schmiegen sich an Felsblöcke oder liegen gar in den Hohlräumen unterhalb besonders grosser Steinplatten. Weiter talaufwärts wird das Gelände ein wenig steiler - gerade so viel, dass das Geschiebe hier nicht liegenbleibt, weshalb auch die Calnègia wieder oberirdisch fliesst. Schon bald tauchen die steinernen Häuser und Ställe von Calnègia auf. Der Weiler eignet sich gut für einen Zwischenhalt mit Rast. Auf gleicher Route geht es zurück zum Ausgangspunkt Foroglio.
Bellavista nel Mendrisiotto Nr. 1467
Bellavista — Generoso Vetta • TI

Bellavista nel Mendrisiotto

Svetta sopra il lago di Lugano il nuovo simbolo del Monte Generoso, progettato da Mario Botta e inaugurato di recente: il «Fiore di pietra» è un imponente edificio ottaedrico. I suoi petali sono costituiti da torri incurvate verso l’esterno al centro e ripiegate all’interno in alto. Ristoranti e sale conferenze di lusso stanno in forte contrasto con le pendici agricole del Monte Generoso. La ferrovia a cremagliera inaugurata nel 1890 porta gli escursionisti dalla fermata a valle di Capolago fino alla stazione intermedia Bellavista. Da lì il sentiero di montagna serpeggia lungo il ripido pendio attraverso boschi e pascoli in costante e piacevole salita e senza un solo tornante fino a raggiungere la stazione in vetta sul Monte Generoso. Il tracciato della cremagliera non è mai lontano. Chi ha fortuna incontrerà lo storico treno a vapore. L’ultimo tratto che va dalla stazione a monte fino alla vetta è stato risanato nel 2017 e porta gli escursionisti sicuri in vetta passando da zone scoscese. In una giornata limpida si gode di un panorama a 360° che spazia dagli Appennini alla Pianura Padana, dal lago di Como fino alle Alpi bernesi e vallesane. Ma attenzione, un passo in più verso est e ci si ritrova già nel Bel Paese! Solo una pietra di confine ricorda l’esistenza della frontiera lungo la cresta. Chi ne ha abbastanza dell’architettura moderna può visitare la Caverna degli orsi scoperta nel 1988 sul versante orientale del Monte Generoso. Nella caverna i paleontologi hanno trovato i resti di oltre 800 orsi cavernicoli che hanno vissuto sul Generoso circa 60 000 anni fa. La caverna lunga oltre 200 m continua essere oggetto di ricerche. D’estate nella sezione aperta al pubblico vengono organizzate visite guidate.
Sulle montagne di Airolo Nr. 1399
Pesciüm • TI

Sulle montagne di Airolo

La regione sciistica più settentrionale del Ticino con la maggior sicurezza di innevamento offre anche la possibilità di effettuare escursioni con e senza ciaspole. Il percorso lungo la Val Pozzuolo si snoda perlopiù lontano dalle piste da sci e non presenta grandi dislivelli. Da Pesciüm, stazione a monte della funivia, si passa davanti all’edificio in direzione dello skilift per bambini e si prosegue lungo la larga pista per principianti verso ovest. In poco tempo si abbandona l’area sciistica. Dopo ogni nevicata, il sentiero escursionistico invernale viene preparato con l’ausilio del gatto delle nevi. I pali viola e i pannelli rosa vivo indicano la direzione da seguire. Il sentiero, caratterizzato da piccole discese e salite, attraversa l’aperta campagna, continua nel bosco e conduce all’alpe Cascina Nuova, dopodiché scende leggermente verso la pineta e si addentra nella Val Pozzuolo su un cammino forestale. Da qui si gode di una vista maestosa sulla regione del San Gottardo. Un piccolo giro ad anello forma l’estremità del percorso. Basta quindi riprendere lo stesso cammino per tornare indietro a Cascina Nuova e Pesciüm. Rispetto ai sentieri escursionistici invernali di altre regioni del Ticino, quello sopra Airolo presenta un grande vantaggio che può tuttavia rivelarsi anche uno svantaggio: è situato all’ombra di alte montagne e, quindi, è sicuramente ben innevato. In pieno inverno non è praticamente mai esposto al sole; solamente a partire da metà gennaio i primi raggi fanno capolino a Pesciüm un attimo prima di mezzogiorno per poi scomparire poco dopo dietro il Pizzo di Mezzodì e il Poncione di Vespero. La parte principale del tracciato rimane all’ombra ancora per diverse settimane. Da metà febbraio però il sole splende anche lì.
Ein Abstecher ins Val Calnègia Nr. 1343
Foroglio • TI

Ein Abstecher ins Val Calnègia

Im Val Bavona mit seinen wilden Seitentälern gibt es auch heute noch keine elektrische Energie, obwohl die Kraftwerke zuhinterst im Tal massenweise Strom produzieren. Die Zeit scheint hier stehengeblieben zu sein, das macht die Romantik dieses steilsten Bergtals der Alpen aus. Startpunkt für die Wanderung ins Val Calnègia ist die Bushaltestelle in Foroglio. Über die türkisblaue Bavona führt die Route zuerst in den charakteristischen Weiler mit seiner steinernen Kirche und den typischen, nahe aneinander gebauten Rustici. Durch die kühlen Gassen zwischen den uralten Steinhäusern führt der Weg nun geradewegs in den Kastanienwald und beginnt langsam anzusteigen. Bald öffnet sich das Laubdach und gibt den Blick frei auf die Granitdächer von Foroglio und in das von senkrechten Felswänden umgebene Bavonatal. Oben auf der Felsenkante angekommen, erwarten einen wunderschöne, ausgewaschene Granitformationen und der kleine, liebevoll restaurierte Weiler von Puntid mit seinem eleganten Bogenbrücklein. Der Weg führt danach durch lichten Laubwald und einige Geröllhalden links dem Fiume Calnègia entlang. Bald folgt eine etwas neuere Brücke, über die man das erste, uralte «Sprügh» erreichen kann: Seine mächtige Felsplatte hat bereits vielen Generationen Schutz vor Wind und Wetter geboten. Etwas weiter hinten im Tal lohnt es sich, ebenfalls dem Weiler Gerra und seiner an einen mächtigen Felsbrocken gemalten Bergmadonna mit Jesuskind und Ziegen einen Besuch abzustatten. Das Ziel der stets leicht ansteigenden Wanderung ist jedoch der hinterste Weiler im Tal, Calnègia, von wo aus die Rückkehr nach Foroglio auf demselben Weg verläuft.
Hoch über der Melezza-Schlucht Nr. 1374
Intragna — Camedo • TI

Hoch über der Melezza-Schlucht

«Stell dir vor, du müsstest noch zehn Kilogramm Käse in deinen Rucksack packen!», ruft mein Mitwanderer von hinten. Im anstrengenden Aufstieg von Intragna nach Costa bereuen wir es einen kurzen Moment, auf die Seilbahn verzichtet zu haben. Gerade haben wir den ersten Bach des Tages überquert – insgesamt 13 Mal werden wir dies auf der heutigen Strecke tun. Ein Mühlenrad aus Holz steht am Ufer, unter der schmuck geschwungenen Steinbrücke schiesst das Wasser aus einer Rinne über die abgeschliffenen Steine. Kurz öffnet sich die Aussicht bis auf den Lago Maggiore: Diesen Weg legten früher die Bauern aus dem Tal mit ihren Waren zurück, wenn sie nach Locarno zum Markt wanderten. In Gedanken versunken gehen wir weiter. Der Weg ist mit Handläufen aus Baumstämmen gesichert, am Boden liegen Eicheln neben stachligen Kastanienhülsen. Zwischen Buchen schimmern weisse Birkenstämme hervor, Farn säumt den Wegrand. Die Strecke verläuft mehrheitlich im wohltuenden Schatten, Vögel zwitschern, wir passieren einzelne Rustici mit Trockensteinmauern. Ein Höhepunkt der Wanderung ist Verdasio. Enge Gässchen führen uns direkt ins Dorfzentrum. Mit Blick auf das blaue Zifferblatt der Steinkirche auf gelbem Grund lassen wir uns auf der Terrasse des Ristorante al Pentolino nieder: Donnerstags bis samstags wird man bewirtet, an den übrigen Tagen darf man hier picknicken und kann sich ein Bier aus der Kühltruhe holen. Kurz vor Borgnone bekommen wir Einblick in ein altes Handwerk: Inmitten von Ruinen ist eine alte Mühle aus neuen Stämmen nachgebaut – die Mechanik funktioniert. Hier können Kinder am Bach spielen und alle anderen sich eine verdiente Pause gönnen, bevor sie den letzten Abstieg nach Camedo unter die Füsse nehmen.
Zu Fuss auf den Monte Generoso Nr. 1318
Arogno, Sasso Grosso — Monte Generoso • TI

Zu Fuss auf den Monte Generoso

Er ist der höchste Berg südlich von Lugano, der 1701 Meter hohe Monte Generoso. Und er ist der Haus- und Lieblingsberg von Ettore Cavadini. Unzählige Male stand der Pensionär auf dem Gipfel, er kennt jede Ecke am Monte Generoso, kennt ihn wie seine Hosentasche. Das kommt nicht von ungefähr: Ettore Cavadini war bis im April 2017 Präsident der Tessiner Wanderwege. Für vier Jahre wollte er das Amt ausüben, geworden sind es 24. Während seiner Amtszeit konzipierte er mit der Fachstelle Ticino Sentieri das 3600 Kilometer lange Tessiner Wanderwegnetz und setzte es in die Realität um. Ein gewaltiger Brocken Arbeit, der viel Engagement und Fingerspitzengefühl erforderte. Beherzten Einsatz fordert auch diese Wanderung auf den Monte Generoso. Rund 1300 Höhenmeter sind zu bewältigen, vier Stunden Daueraufstieg. Nur gut, verläuft ein Grossteil der Route im Wald. Der Weg startet in Sasso Grosso oberhalb Arogno. Über die Alpe di Arogno wird die Cima Crocetta erreicht. 800 Höhenmeter sind geschafft, vor einem öffnet sich der Blick auf den Lago di Lugano, die Tessiner und die Walliser Berge. Noch besser wird die Aussicht von der Cima dei Torrioni weiter oben. Allmählich zeigt der Monte Generoso sein wildes Gesicht. Schluchten und steil abfallende Felswände prägen das Bild. Für ein paar kurze Momente heisst es achtgeben beim Wandern. Auf der Cima della Piancaccia ist die Höhe geschafft, der Rundblick einzigartig. Dem Grat entlang gelangt man schliesslich zum Gipfel des Monte Generoso. Wer nach dem Besuch im neuen Bergrestaurant von Mario Botta oder bei den sympathischen Landwirten Adriano und Marisa Clericetti weiterwandern will, steigt entlang der Bahnlinie ab nach Bellavista.
Dal monte panoramico di Lugano a Morcote Nr. 1270
San Salvatore — Morcote • TI

Dal monte panoramico di Lugano a Morcote

La funicolare si inerpica da Paradiso fino al monte San Salvatore. Giunti in cima, vale la pena spingersi fino al punto panoramico. Il monte che sovrasta Lugano offre una veduta panoramica a 360° sulla città, sul lago e sulle Alpi. L’escursione inizia subito dietro al ristorante Vetta con una ripida discesa. Ma ben presto il sentiero diventa più pianeggiante e, attraverso i boschi di castagni tipici del Ticino, conduce fino a Ciona, un villaggio pittoresco con tante casette variopinte e bucolici giardini. Sempre passando per fitti boschi di castagni, si prosegue per Carona, dove si arriva al Parco botanico di San Grato. Il parco è famoso per le sue rare specie di rododendri, che in primavera lo trasformano in un mare di fiori. Il terreno del parco venne acquistato nel 1957 da un industriale e fondatore delle acciaierie Monteforno di Bodio in Valle Leventina. Costui fece disboscare il terreno per piantumarlo con specie botaniche adatte alle condizioni podologiche e climatiche locali. Poco dopo l’Alpe Vicania, il sentiero scende a Morcote su una scalinata di circa 1200 gradini. Il panorama è di nuovo mozzafiato e ci fa dimenticare le ginocchia doloranti. Prima di raggiungere la riva del lago, si incontra la chiesa di Santa Maria del Sasso, costruita in stile rinascimentale e in seguito barocchizzata. I caffè e le terrazze assolate di Morcote invitano a fare una pausa. Le palme, le gelaterie e i negozi di specialità gastronomiche fanno pensare di essere in un paesino italiano. Il ritorno in battello da Morcote a Lugano chiude in bellezza l’escursione. Ma è possibile tornare a Lugano anche in autobus.
Zu den Winterblüten im Tessin Nr. 1262
Brè • TI

Zu den Winterblüten im Tessin

Im Winter ist die Ortschaft Brè eine wahre Sonnenterrasse. Auf der vom Nordföhn abgewandten Seite, im Schutze des Monte Boglia, kann Wandern hier zu einer schweisstreibenden Angelegenheit werden. Von der Busstation «Brè Paese» durchquert der Weg das Dorf bis zum Parkplatz. Dort beginnt die Überschreitung des mit seinem Kragen so typischen Monte Boglia, der genau auf der Grenze der Schweiz zu Italien liegt. Er ist ein gut gelegener Aussichtsberg mit beeindruckendem Ausblick auf das Sottoceneri und die Poebene. Wenn jedoch auf der Sonnseite bereits grosse Schneeflächen auszumachen sind, empfiehlt es sich, den Berg in westlicher Richtung, entlang der Höhenkurve zu umschreiten. Ansonsten führt der gepflegte, deutlich markierte Wanderweg erst auf der Südseite durch den kargen Buchenwald. Hier gibt es uralte, riesige Einzelbäume zu bewundern. Was die dicken Baumstämme wohl zu erzählen hätten? Die letzten Meter auf dem Grat können von starkem Wind geprägt sein. Ein Verbleib auf dem freistehenden Gipfel kann ungemütlich werden. Der Zickzackabstieg in Richtung Alpe Bolla ist kurz und heftig. Hier, auf der Schattseite, können Schneereste das Durchkommen erschweren. Lebhaft kann man sich vorstellen, wie im dämmrigen Licht einst die Schmuggler mit ihrer Ware unterwegs waren. Heute sind die Zöllner der Alpe Bolla längst abgezogen. Die Entschädigung für den steilen Abstieg folgt jedoch bei Pian di Scagn, wo die Sonne die Südhänge aufwärmt und im Februar kräftige Christrosenstauden blühen. Die Aussicht auf das Monte-Rosa-Massiv ist eine Augenweide. Via Berghaus Alpe Bolla, das im Winter geschlossen ist, gehts durch den Buchenwald der Höhenkurve entlang wieder zurück in Richtung Brè, aus dem Schatten, der Sonne entgegen.
Les hauteurs du lac Majeur Nr. 1179
Locarno — Tenero • TI

Les hauteurs du lac Majeur

Les randonneurs ont le choix entre trois itinéraires pédestres pour se rendre de Locarno à Tenero. Le sentier bétonné des bords du lac est praticable toute l’année. Le chemin «Collina bassa», aménagé à mi-hauteur de la colline, passe en grande partie sur un revêtement dur, mais offre de beaux coups d’œil sur le lac. L’itinéraire de la «Collina alta», lui, se situe encore plus haut. Il surplombe par endroits les zones d’habitation et traverse de vastes forêts de châtaigniers. On peut le parcourir en hiver s’il n’est pas recouvert de neige et admirer la vue sur le lac Majeur lors de belles trouées entre les arbres. De la gare de Locarno, on se dirige vers la vieille ville pour bifurquer peu avant la Piazza Grande dans la Via delle Monache et entamer la montée. On rejoint rapidement le chemin de croix pavé qui monte à l’église de pèlerinage de Madonna del Sasso. De Monti della Trinità, un escalier gravit la pente et rejoint la forêt. Avant d’y pénétrer, on jette un coup d’œil derrière soi sur le vaste delta de la Maggia et les îles de Brissago. Le chemin naturel traverse sur un faible dénivelé la belle châtaigneraie, franchit un ruisseau et passe par plusieurs endroits où des bancs invitent à une halte. Au lieu-dit All’Eco, le chemin se rapproche de la limite de la zone d’habitation, longe des maisons puis monte vers la bifurcation de Ronco di Bosco. L’itinéraire se poursuit à plat, par de beaux chemins naturels, s’élève parfois par une route asphaltée, jusqu’à ce que l’on rejoigne le vieux pont de pierre en arc Pont del Sipp. C’est ici que commence la descente, tout d’abord agréable sur un chemin forestier, puis sur la pente un peu plus raide d’une petite route et enfin de manière encore plus abrupte, par des escaliers. En passant devant l’église paroissiale de San Bernardo, à Contra, on rejoint Fraccia, puis Tenero.
Tre castelli e un villaggio abbandonato Nr. 1284
Bellinzona • TI

Tre castelli e un villaggio abbandonato

Un tempo tre possenti castelli sbarravano la valle di Bellinzona contro gli attacchi dei Confederati. Queste imponenti vestigia del Medioevo sono un accompagnatore fisso di questa escursione nel passato. Si parte dalla stazione e, lungo un itinerario intercalato da scalini e un tratto di strada (non un sentiero), si giunge fino al fiabesco castello di Montebello. Ci si sposta poi in direzione di Artore verso il castello di Sasso Corbaro: qui vale la pena prendere una piccola deviazione verso il terrazzo belvedere del castello per ammirare la meravigliosa vista su Bellinzona e su Castelgrande, fortificazione che sorge sulla collina al centro della città. Quindi si passa attraverso vigneti e frutteti, toccando un bosco misto di castagni e una pittoresca gola. Lungo il percorso ci si imbatte in mura in pietra distrutte, ruderi di abitazioni più modeste, ma anche nei resti di costruzioni più grandi che costituiscono il villaggio abbandonato di Prada. Sul finire del XVI secolo Prada era abitata ancora da una quarantina di famiglie. Quattrocento anni fa imperversò in questa zona la cosiddetta Peste del Borromeo e il luogo pertanto venne abbandonato. Per rientrare a Bellinzona si riparte quindi da Prada e si scende a valle passando per Scarpapè in direzione di Giubiasco. Da qui si gode di una stupenda vista su Castelgrande e sul Piano di Magadino fino al Lago Maggiore. Ancora un ultimo sguardo da sud verso il castello di Montebello e ben presto ecco che si ritorna ai giorni nostri.
Mit Genuss von Burg zu Burg Nr. 1275
Bellinzona, Piazza Orico • TI

Mit Genuss von Burg zu Burg

Die drei Burgen von Bellinzona sind in ihrer heutigen Erscheinung intakter und viel gepflegter, als sie in ihrer langen Geschichte je waren. Noch vor 100 Jahren waren das Castelgrande, das Castello di Montebello und das Castello di Sasso Corbaro teils dem Zerfall überlassen, teils stark überwachsen. Seit 2000 sind die Burgen mit der Murata ein Welterbe der Unesco, und sie erstrahlen in neuem Glanz. Die Burgentour beginnt am Fuss der Murata, das ist die Wehrmauer, die sich durch die Talenge von Bellinzona zog und so den natürlich bestehenden Riegel vollendete. Von Viale Portone geht es los zum Castelgrande, das ein Museum über die Geschichte der Stadt sowie eine Dauerausstellung beherbergt. Von da führt eine Treppe zur Piazza Collegiata hinab, die man quert. Auf der andern Talseite führt der Weg durch einige hübsche Winkel der Stadt hinauf zum Castello di Montebello. Auch diese Burganlage ist heute von feingeschnittenem Rasen umgeben, sodass die Mauern noch monumentaler erscheinen. Ein kurzes Stück geht es nun der Via Artore nach. Bei der ersten Kehrtwende zweigt ein Weg ab, man steigt nun zwischen Weinstöcken hoch, bis der Wanderweg wieder eine asphaltierte Strasse kreuzt. Weiter unten steht das Castello di Sasso Corbaro, das nächste Ziel. Diese Burg war lange nur ein Herrschaftssitz, bevor sie in die Verteidigungsanlage von Bellinzona integriert wurde. Heute findet sich darin ein Restaurant. Die Verteidigungsanlage von Bellinzona wurde im 15. Jahrhundert als Talsperre sowie zur Kontrolle der Zugangswege zu den Alpenpässen errichtet. Vor allem wollten die Mailänder Vögte verhindern, dass die Eidgenossen Bellinzona erobern konnten. Die Burgen hielten den Eidgenossen stand, der Weltenlauf aber war auf deren Seite. Der gesamte Burgenweg ist nur teilweise mit gelben Weg-weisern signalisiert - und diese sind mitunter historisch.
Saumweg im versteckten Tal Nr. 1276
Loco, Paese — Intragna • TI

Saumweg im versteckten Tal

Wer bei der Talstufe von Intragna den Eingang zu dem kleinen Seitental sehen will, muss genau hinschauen. Hinter einem dichten, grünen Mantel aus Kastanienwäldern versteckt zieht die kurvenreiche Strasse tief hinein ins Onsernonetal: ein Sehnsuchtsort für Literaten, von Alfred Andersch über Max Frisch bis zu Aline Valangin, und heutige Aussteiger, meist aus dem nördlichen Teil der Alpen. Noch tiefer versteckt im Wald, auf der gegenüberliegenden Talseite, verläuft die alte Mulattiera, die Via delle Vose. Auf diesem Saumweg brachten die Bauern seit dem Mittelalter ihre Waren von den entlegenen Bergen in den Hafen von Ascona oder auf den Markt von Locarno. Verschwenderisch anmutend ist der alte Weg fast durchgehend mit Steinen gepflastert, zuweilen auch von Mauern oder kunstvollen Geländern eingefasst und mit Wegkapellen gesäumt. Er führt an den Weilern Niva, Vosa di Dentro und Vosa vorbei bis nach Pila. Wer ein waches Auge hat, erkennt am Wegrand Zeugen der Geschichte - von der Terrassierung der Landschaft bis zu alten Waschhäusern. Die Geschichte des Tals pflegt das Orts- museum in Loco mit grossem Engagement - es bietet kulturgeschichtliche Spaziergänge und Führungen an und betreibt die Mühle am Ortsausgang. Kurz vor der Mühle zweigt der Wanderweg linkerhand ab und führt hinunter an den Isorno. Eine solide Hängebrücke aus Stahl spannt sich über den Fluss. Auf der anderen Talseite führt der Saumweg sanft ansteigend in der Höhe dem Flusslauf entlang talauswärts bis nach Pila. Dort öffnet sich der Ausblick bis hin zum Lago Maggiore. Ins Sichtfeld rückt auch der markante Kirchturm von Intragna. Die Höhenmeter ins Dorf hinab lassen sich auch mit der kleinen Seilbahn zurücklegen.
Drei Seen in der Felsarena Nr. 1277
Rossboda, Grossalp — Bosco/Gurin • TI

Drei Seen in der Felsarena

Als Walserdorf hat Bosco/Gurin Berühmtheit erlangt: Über die Guriner Furggu wanderten die Walser vor gut sieben Jahrhunderten aus dem italienischen Val Formazza in das Tal ein und gründeten die Siedlung, die heute als das höchstgelegene Dorf im Tessin bekannt ist. Das Erbe der Walser wird gepflegt - und touristisch genutzt. Interessant ist es allemal, durch das sorgfältig restaurierte Dorf zu streifen, einen Blick ins sehenswerte Walsermuseum zu werfen oder über die aufliegenden in Schwarz-Weiss gehaltenen Faltprospekte der Vereinigung Vallemaggia Pietraviva die kulturgeschichtlichen Zeugnisse im Ort zu entdecken. Wer die Rundwanderung zu den drei Seen unter dem Pizzo d’Orsalía einschlägt, erhält einen Eindruck von der Kargheit des Geländes, dem die Walser über Jahrhunderte versuchten, eine Existenz abzutrotzen, was ihnen bis auf die Rückschläge von zwei verheerenden Lawinenniedergängen trotz aller Härte auch gelang. Von der Bergstation des Sessellifts oberhalb der Gross-alp schlägt der Weg einen Bogen über die Alpweiden im Talabschluss von Bosco/Gurin. Bei der Abzweigung zur Hendar Furggu folgt man den Wegweisern geradeaus Richtung Lago Poma. Der Weg zieht nun ein steiniges Couloir steil aufwärts, hinauf in eine gewaltige Felsarena. Hinter einem Felsriegel, der dem Pizzo d’Orsalía vorgelagert ist, ducken sich drei kleine Seelein. Der mittlere, der Lago Melo, leuchtet aufgrund seiner Tiefe geheimnisvoll wie eine dunkle Perle. Beim dritten See, dem Lago Pero, zweigt der Weg wieder ins Tal ab. Er führt bei den eingefallenen Gebäuden der Alp Wolfstaffel vorbei, danach steil hinunter durch einen Lärchenwald zurück nach Bosco/Gurin.
Weinwandern ganz unten Nr. 1278
Pedrinate • TI

Weinwandern ganz unten

Wer an Tessiner Wein denkt, denkt an Merlot. Die charakteristische Traube bedeckt rund 80 Prozent der kantonalen Weinanbaufläche von 1000 Hektaren. Im südlichsten Kantonsteil, dem Mendrisiotto, profitieren die Reben vom warmen Klima und von den mächtigen Lehmböden. Entsprechend weiche und elegante Weine werden gekeltert. Hinter Chiasso, am Hügel Penz, gedeiht der südlichste Merlot der Schweiz. Das junge Anbaugebiet um die Dörfer Seseglio und Pedrinate lässt sich auf einer abwechslungsreichen Rundwanderung erkunden. Nach dem Start bei der Bushaltestelle «Pedrinate Paese» ist das Dorf bald passiert. Durch ausgedehnte Weinberge und mit Blick auf die italienischen Nachbarorte und die Walliser Alpen erklimmt man das Kirchlein Santo Stefano, das historisch wertvollste Bauwerk der Region. Ein etwas ruppiger Abstieg bringt einen nach Bresciano, wo der neu angelegte Weg nach Seseglio und Moreggi beginnt. Er heisst Sentiero delle Guardie und erinnert daran, dass auf dieser Route einst Grenzwächter unterwegs waren, um dem Schmuggel Herr zu werden. Unterstützung leistete ihnen der Grenzzaun, den man kurz nach dem Rebberg Ca Nova erreicht. Das Bauwerk aus Eisen und Beton beeindruckt, obwohl es in die Jahre gekommen ist. Mittlerweile werden mit Elektrozäunen andere abgehalten: Wildschweine, die über die Reben herzufallen drohen. Bei Moreggi wartet der letzte Höhepunkt der Bergwanderung: der südlichste Punkt der Schweiz. Eine Helvetiastatue aus Holz und ein idyllischer Picknickplatz mit Feuerstelle laden zum Verweilen ein. Der Rückweg verläuft über Laghetto nach Pedrinate, wo man die Tour mit einem 40-minütigen Abstieg nach Chiasso beenden kann. Es lohnt sich.
Am Südhang von Locarno Nr. 1237
Madonna del Sasso • TI

Am Südhang von Locarno

Bis gerade einmal etwa 1000 Meter über Meer führt diese Bergwanderung. Doch weil nahe des Maggia-Deltas, des tiefsten Punkts der Schweiz, gestartet wird, stellt sich unterwegs trotzdem ein veritables Berggefühl ein. Von der Bergstation der Standseilbahn Locarno-Madonna del Sasso geht es zunächst in leichtem Auf und Ab über Trottoirs und kleine Strässchen quer durch die Ortschaft Orselina. Kurz nach der Durchquerung des ur- wüchsigen Tobels, das der Bergbach Rabissale geschaffen hat, zweigt man hangwärts ab und steigt auf einem Treppenweg in die Höhe. Bei Ronco di Bosco verlässt man das Siedlungsgebiet und taucht in den Kastanienwald ein, der die Südflanke des Cardada, des Hausbergs von Locarno, bis in eine Höhe von rund 1000 Meter umschliesst. Auch der Weg wird rauer: Die akkurat betonierten Stufen weichen unregelmässig geformten Granitplatten, dazwischen finden die Füsse aber auch auf Holzstufen Halt. Die Steigung ist beachtlich - zügig gewinnt man an Höhe. Den Bau dieses Abschnitts zeichneten die Schweizer Wanderwege 2016 mit dem Prix Rando aus. Zwischen den Bäumen hindurch zeigt sich immer wieder das Seebecken von Locarno. Noch schöner ist die Sicht vom Dörfchen Cordonico aus. Ungehindert schweift dort der Blick über den Lago Maggiore und zu den Brissagoinseln sowie zu den umliegenden Berg- gipfeln. Ein schmaler, aber gut gesicherter Höhenweg führt ohne grosse Höhendifferenzen dem Hang entlang durch den Wald Richtung Südwesten. Der lauschige Pfad quert verschiedene Bergbäche, dazwischen öffnet sich wiederholt die Sicht zum See. In San Bernardo endet die ebene Passage. Ein wunderschön angelegter Treppenweg führt in unzähligen Kehren abwärts. Das Gefälle ist etwas weniger steil als beim Aufstieg. Bei All’Eco erreicht man das Siedlungsgebiet von Orselina. Weiterhin absteigend geht es zurück zum Ausgangspunkt.
Bergtour am Luganersee Nr. 1279
San Rocco — Museo doganale svizzero • TI

Bergtour am Luganersee

Sie ist in mancher Hinsicht einzigartig, die Wanderung von San Rocco nach Cantine di Gandria. Der weiss-rot-weiss markierte Bergweg verläuft auf einer Höhe von nur gerade 270 Metern über Meer, die Route folgt in attraktiver Wegführung stets dem Ufer des Luganersees, unterwegs wird man in vier Grotti kulinarisch verwöhnt, bei schlechter Witterung ist der Weg wegen Steinschlaggefahr gesperrt, und am Schluss der Tour lädt das Schweizerische Zollmuseum zum Besuch. Ein Erlebnis sind auch die An- und die Rückreise: Sie sind nur auf dem Wasserweg möglich, mit Abfahrt und Ziel Lugano. Das Ausflugsschiff von Lugano nach Gandria bringt einen zum Start der Wanderung nach San Rocco. Nach der ersten halben Stunde einwandern wird die Tour ab Cantine di Caprino merklich spannender, in munterem Auf und Ab führt der Weg über das Grotto dei Pescatori und Landessa nach Cantine di Gandria. Verlaufen kann man sich kaum, Abzweigungen gibt es keine. Dafür erwarten einen viele schöne Rastplätze mit Aussicht auf den tiefblauen Luganersee und auf das gegenüberliegende Seeufer mit dem malerischen Dorf Gandria, dem Monte Brè und dem Monte Boglia. Nach knapp zwei Stunden steht man nicht nur an der Landesgrenze, sondern auch vor den Türen des Schweizerischen Zollmuseums. Im Zollgebäude aus dem Jahr 1835 erhält man Einblick in den Alltag der Zöllner und in die Geschichte des Zollwesens seit der Gründung des Bundesstaates 1848. Die Themen reichen von Schmuggel, Drogenfahndung, Wirtschaftskriminalität und Migration bis zum Arten- und Kulturgüterschutz und beinhalten manch ein spannendes Exponat, zum Beispiel eine Sammlung historischer Grenzsteine und Schlagbäume.
Den Sauriern auf der Spur Nr. 1280
Meride • TI

Den Sauriern auf der Spur

Der Monte San Giorgio, südlich von Lugano in der Region Mendrisiotto gelegen, hat eine weite Reise hinter sich. Er stammt aus Afrika, sein Gestein lag vor 240 Millionen Jahren, in der sogenannten Mittleren Trias, 20 Grad nördlich des Äquators. Hier herrschte subtropisches Klima, die Tiere lebten in einer weiten, vom offenen Meer geschützten Lagune: Fische, Schnecken, Ammoniten, Muscheln und stattliche Reptilien wie der furchterregende Ticinosuchus. Den damaligen ökologischen Bedingungen ist es zu verdanken, dass viele dieser Lebewesen als Fossilien erhalten geblieben sind. Rund 20'000 versteinerte Tiere und Pflanzen wurden am Monte San Giorgio gefunden, die meisten sind nahezu unversehrt. Die Unesco hat die weltweit bedeutendste Fundstätte des Mittleren Trias zum Welterbe erklärt. Auf einem Lehrpfad kommt man den geologisch-paläontologischen Geheimnissen des Monte San Giorgio auf die Spur. Der Weg ist mit zwölf Infotafeln in italienischer und englischer Sprache versehen und führt rund um den dicht bewaldeten Berg. Start ist im pittoresken Ort Meride, wo auch das Fossilienmuseum steht, das die wichtigsten Fundstücke vom Monte San Giorgio zeigt. Nach einem ersten langen Wegabschnitt im Wald tut sich bei Serpiano und wenig später auf der Alpe di Brusino die Aussicht auf den Lago di Lugano und das Südtessin auf. Auf der lauschigen Alp lädt das Grotto an schönen Tagen zu Speis und Trank unter 800 Jahre alten Kastanien. Über Gaggio, Pozzo und Albertina schliesst sich die Rundwanderung in Meride. Unterwegs zweigen mehrere Wege zum Monte San Giorgio ab, einem der besten Aussichtsgipfel im Südtessin.